Banksy

Banksy ha fatto un giro a Gaza

Banksy è stato nella striscia di Gaza. E ha lasciato il segno. Sul sito ufficiale dell’artista britannico sono state pubblicate le foto di quattro nuovi graffiti realizzati sulle rovine e un video dal titolo Make this the year you discover a new destination, un invito ironico a “scoprire una nuova destinazione” quest’anno: Gaza. “Uno scenario

Banksy è stato nella striscia di Gaza. E ha lasciato il segno. Sul sito ufficiale dell’artista britannico sono state pubblicate le foto di quattro nuovi graffiti realizzati sulle rovine e un video dal titolo Make this the year you discover a new destination, un invito ironico a “scoprire una nuova destinazione” quest’anno: Gaza. “Uno scenario unico” dove ci si può sentire al sicuro perché controllati da “vicini amichevoli”. La nuova incursione era stata anticipata sull’account ufficioso di Instagram.

Un’ironia estrema che è stata tradotta dallo stesso Banksy in questo modo: “Gaza è spesso descritta come la più grande prigione del mondo all’aria aperta, perché nessuno è autorizzato a entrare o uscire. Ma definirla così sembra ingiusto nei confronti delle prigioni, visto che qui manca l’elettricità o l’acqua potabile quasi tutti i giorni”. Tra i graffiti si può osservare Bomb damage, un graffito ispirato all’opera Il pensatore di Auguste Rodin, e un gattino gigante.

 

L’artista ha voluto dare una spiegazione all’animale domestico: “Un uomo mi ha chiesto cosa significasse la mia opera e ho spiegato che volevo mostrare la distruzione di Gaza mettendo foto sul mio sito, ma che la gente su internet guarda solo foto di gattini”.

 

E poi c’è il video. Dopo aver mostrato la distruzione prima e il totale disinteresse poi (ancora nessun soldo e nessun mattone è arrivato a Gaza dalla fine del conflitto della scorsa estate), Banksy chiude i quasi due minuti con questa frase che non può lasciare indifferenti: “Se ci laviamo le mani in un conflitto tra potenti e inermi, stiamo dalla parte dei potenti. Non siamo neutrali”.

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