
La Louise Michel è la nave della missione umanitaria nel Mediterraneo finanziata dall’artista Banksy. Ha già salvato 89 vite e ora cerca un porto sicuro.
Le porte resteranno chiuse, il negozio rimarrà solo per due settimane e tutto quello che c’è dentro sarà acquistabile online. Gross domestic product è già sulla bocca di tutti.
“Questo showroom vuole essere solo un’esposizione. Oggi apro un negozio (benché le porte non si aprano). È a Croydon. Probabilmente meglio se osservato di notte”. Con queste parole Banksy ha annunciato la nascita del suo primo e unico store: si chiama Gross domestic product e rimarrà aperto per le prossime due settimane nel quartiere a sud di Londra.
Sbirciando all’interno del negozio, che prima vendeva moquette, si possono ammirare opere d’arte e oggetti realizzati a mano dall’anonimo street artist utilizzando, se possibile, materiali di recupero: dal tappeto ispirato al personaggio di Tony the tiger (la mascotte dei cereali Kellogg’s) alla palla da discoteca costruita con un elmetto della polizia, fino al gioco per bambini con figure di migranti da caricare su un camion da trasporto. Non mancano tazze, piatti e t-shirt decorati con i disegni più famosi dell’artista. Il comunicato appeso in vetrina spiega che sarà tutto in vendita online nei prossimi giorni. E se ci si poteva plausibilmente aspettare prezzi esclusivi – considerando a quanto vengono battute all’asta le opere di Banksy – lui stesso ha comunicato che si parte da dieci sterline, ma che la disponibilità degli oggetti sarà, per ovvi motivi, limitata.
Le motivazioni alle spalle di questa decisione sono “probabilmente le meno poetiche in assoluto per fare arte”, per usare le parole di Banksy. Sempre nella nota esposta in vetrina, si legge che sono meramente legali: una società di biglietti di auguri sta cercando di appropriarsi dei diritti commerciali esclusivi del suo nome, confidando nel fatto che non si voglia presentare in tribunale per difendersi. Da qui la decisione di vendere a sua volta prodotti al pubblico, cosa che lo aiuterebbe a vincere il contenzioso. Lo ha spiegato chiaramente al Guardian Mark Stephens, avvocato esperto di diritto dell’arte che sta dando consulenza all’artista: “Banksy è in una posizione difficile, perché non produce la propria gamma di prodotti e la legge è abbastanza chiara: se il titolare del marchio non utilizza il marchio, questo può essere trasferito a qualcuno che lo farà”.
Lo street artist ha inoltre dichiarato che il ricavato servirà all’acquisto di una nuova nave di salvataggio per migranti in sostituzione di quella confiscata dalle autorità italiane. Banksy proprio non smette mai di stupirci.
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