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Mare Adriatico, blitz di Greenpeace su una piattaforma Eni
Un gruppo di attivisti di Greenpeace si è arrampicato sulla piattaforma Agostino B, al largo di Marina di Ravenna, a circa 15 chilometri dalla costa, dove ha srotolato due striscioni che invitano a votare sì al referendum del 17 aprile. L’esposto in procura L’organizzazione ambientalista ha inoltre presentato un esposto in 30 procure della Repubblica, in cui denuncia
Un gruppo di attivisti di Greenpeace si è arrampicato sulla piattaforma Agostino B, al largo di Marina di Ravenna, a circa 15 chilometri dalla costa, dove ha srotolato due striscioni che invitano a votare sì al referendum del 17 aprile.
L’esposto in procura
L’organizzazione ambientalista ha inoltre presentato un esposto in 30 procure della Repubblica, in cui denuncia che nei 34 impianti di proprietà dell’Eni non si opera nel rispetto degli standard di qualità ambientale stabiliti dal ministero dell’Ambiente, in tre casi su quattro. Dall’analisi dei dati emerge infatti che nell’area marina intorno alle piattaforme sono presenti inquinanti in concentrazioni che spesso eccedono i valori stabiliti dalla legge.
E le altre 101 piattaforme?
Questo per quanto riguarda gli impianti di cui si sono avuti i dati. Greenpeace, infatti, facendo istanza pubblica di accesso agli atti, aveva ottenuto dal ministero dell’Ambiente i piani di monitoraggio di 34 piattaforme dell’Eni, ma secondo il censimento del ministero dello Sviluppo economico gli impianti operanti nei mari italiani sono in realtà 135. Si chiede dunque cosa ne sia delle 101 piattaforme e strutture assimilabili mancanti.
Greenpeace: le rinnovabili sfavorite dal Governo
Pochi giorni fa, inoltre, Greenpeace Italia ha pubblicato il rapporto Rinnovabili nel mirino che, in sintesi, accusa il governo Renzi di aver ostacolato in varie forme lo sfruttamento delle fonti rinnovabili. In particolare il rapporto dice che nel 2012 erano entrati in esercizio quasi 150 mila nuovi impianti fotovoltaici, mentre nel 2014 (il primo del governo Renzi) i nuovi impianti entrati in esercizio sono stati appena 722. Ma soprattutto il rapporto di Greenpeace cita il Fondo monetario internazionale (Fmi), secondo cui nel 2014 l’Italia ha aumentato i finanziamenti ai combustibili fossili, con 13,2 miliardi di dollari (12,8 miliardi del 2013).
Renzi, petrolio e gas serviranno ancora
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che in questi giorni è in trasferta negli Stati Uniti, ha detto che “le rinnovabili vedono l’Italia tra i leader mondiali e ne siamo orgogliosi. Ma dobbiamo avere consapevolezza che un mondo che va avanti solo a rinnovabili per il momento è solo un sogno. Dobbiamo ridurre la dipendenza dai fossili e le emissioni, come abbiamo fatto negli ultimi 25 anni. Ma il petrolio e gas naturale serviranno ancora a lungo: non sprecare ciò che abbiamo è il primo comandamento per tutti noi”.
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