Referendum sulle trivellazioni. Il Pd sceglie l’astensione perché “inutile”

Il Pd sceglie l’astensione per il referendum sulle trivellazioni. Ma all’interno del partito molti non sono d’accordo, come il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano.

“Questo referendum è inutile. Non riguarda le energie rinnovabili, non blocca le trivelle (che in Italia sono già bloccate entro le 12 miglia, normativa più dura di tutta Europa), non tocca il nostro patrimonio culturale e ambientale”.

Questo referendum è inutile. Non riguarda le energie rinnovabili, non blocca le trivelle (che in Italia sono già…

Pubblicato da Partito Democratico su Giovedì 17 marzo 2016

 

 

Inizia così la dichiarazione di Lorenzo Guerini e Debora Serracchiani, vicesegretari del Partito democratico (Pd), che ha inevitabilmente dato il via a un’ondata di critiche, dentro e fuori il partito.

 

La posizione di Guerini e Serracchiani

Il riferimento è al referendum sulle trivellazioni in mare che si tiene domenica 17 aprile e chiede agli italiani se intendono fermare le proroghe delle concessioni estrattive per le piattaforme attive entro le 12 miglia dalla costa.

 

I due vicesegretari Pd sostengono che il referendum sia stato chiesto dai promotori, tra cui nove consigli regionali, “solo per dare un segnale politico. Perché nel merito il quesito riguarda la durata delle concessioni delle trivelle già in essere. Nient’altro”.

 

Guerini e Serracchiani continuano affermando che “ci sono alcune piattaforme che estraggono gas. Ci sono già. Vi lavorano migliaia di italiani. Finché c’è gas, ovviamente è giusto estrarre gas. Sarebbe autolesionista bloccarle dopo avere costruito gli impianti. Licenziare migliaia di italiani e rinunciare a un po’ di energia disponibile, made in Italy”.

 

I promotori, al contrario, chiedono di votare sì al referendum come scelta politica e strategia e per evitare che i rischi per l’ambiente proseguano ancora per anni a fronte di estrazioni che coprono una percentuale minima del fabbisogno energetico nazionale.

 

I malumori della minoranza

Che il partito di fatto non avesse mai appoggiato il referendum era cosa risaputa, ma la durissima nota dei dirigenti democratici è arrivata dopo i malumori espressi dall’ala più a sinistra del Pd quando ha scoperto, grazie a un documento dell’Agcom, che il partito si era schierato ufficialmente a favore dell’astensione, puntando così alla bocciatura del quesito attraverso il mancato raggiungimento del quorum.

 

Numerose le reazioni negative fuori e dentro il partito. Il presidente della Puglia, Michele Emiliano, ha twittato citando la recente decisione del presidente americano Barack Obama, e LifeGate:

 

 

Questa decisione è stata inserita nell’ordine del giorno della riunione della direzione del Pd prevista per il 21 marzo. Secondo Guerini e Serracchiani: “Vedremo chi ha i numeri – a norma di Statuto – per utilizzare il simbolo del Pd”.

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