Casa ecologica

Il Bosco Verticale di Milano: tutto sul grattacielo più bello del mondo di Stefano Boeri

Può un grattacielo situato in pieno centro a Milano soddisfare il bisogno umano di sentirsi in contatto con la natura? A quanto pare il Bosco Verticale sì.

Dopo essere stata sotto i riflettori grazie a Expo 2015, Milano torna a far parlare di sé grazie al grattacielo Bosco Verticale, certificato Gold Leed, progettato dall’architetto italiano Stefano Boeri. Nel 2014 l’edificio ha vinto l’International highrise award (il premio internazionale per palazzi a molti piani) e, come annunciato, il 13 novembre dal Council on tall buildings and urban habitat (Ctbuh) ha ottenuto il premio come miglior edificio al mondo del 2015.

Stefano Boeri, l’architetto che ha progettato il Bosco Verticale

Progettato dallo Studio Boeri, ora Stefano Boeri Architetti (Stefano Boeri, Gianandrea Barreca, Giovanni La Varra), in collaborazione con l’imprenditore edile Manfredi Catella (Hines Italia SGR S.p.A.), il Bosco Verticale soddisfa un bisogno intrinseco dell’uomo moderno: il desiderio di vivere in un ecosistema naturale senza dover sacrificare la comodità e uno stile di vita che unisce la storia del luogo a una visione contemporanea.

Cos’è il bosco verticale?

Il Bosco Verticale rappresenta un esempio di architettura sostenibile e un progetto di rimboschimento metropolitano che contribuisce a rigenerare l’ambiente e la biodiversità urbana senza che l’espansione incontrollata della città abbia un impatto eccessivamente negativo sul territorio circostante. Le due torri residenziali alte 110 e 76 metri contengono 900 alberi (ognuno dei quali è alto tre, sei o nove metri) e più di 2.000 piante tra cui una vasta gamma di cespugli e piante da fiore distribuite sulle facciate dei due edifici a seconda dell’esposizione solare. I palazzi, coperti di giardini pensili, sono stati concepiti per rispettare i criteri di sostenibilità e per assicurare ai residenti la massima comodità.

 

La vegetazione del Bosco Verticale favorisce lo sviluppo di un microclima, genera umidità, assorbe le particelle di CO2 e di polvere, produce ossigeno e migliora le prestazioni ambientali dell’edificio. La struttura inoltre diventerà un simbolo di Milano in continuo cambiamento, dato che con il passare delle stagioni si tingerà di colori sempre diversi.

 

Stefano Boeri architetto bosco verticale
Stefano Boeri nel 2012 © Vittorio Zunino Celotto/Getty Images

Il Ctbuh

Sbaragliando la concorrenza di molti studi di architettura di fama internazionale come Renzo Piano, UNStudio, OMA, Roger&Partners e altri, il Bosco Verticale si è aggiudicato il prestigioso premio perché “risponde al bisogno dell’uomo di stabilire un contatto con la natura”, secondo il giudizio unanime della giuria. Eletto miglior palazzo del mondo e d’Europa nel 2015, il Bosco Verticale di Boeri è un edificio da cui trarre ispirazione.

Ma è possibile che un grattacielo del genere riesca davvero a soddisfare il bisogno di sentirsi in contatto con la natura? Boeri ha progettato un edificio che ci riporta alla relazione tra architettura e natura e in particolare al fatto che l’architettura non deve distruggere o invadere la natura: in questo bosco verticale costruito nel cuore di Milano, il ribaltamento del rapporto predatore-preda tra uomo e ambiente sta funzionando benissimo.

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