
I dati degli ultimi anni indicano un rallentamento nel processo di transizione energetica in Italia. Il rischio è di mancare gli obiettivi al 2030.
Uno dei punti vendita della catena Sainsbury ha annunciato che sarà presto energeticamente indipendente grazie all’elettricità prodotta dai rifiuti alimentari.
Così il ciclo si chiude. Tutti gli scarti alimentari che non possono essere venduti o donati a organizzazioni umanitarie per aiutare le persone in difficoltà, vengono conferiti ad una centrale a biogas che produce energia elettrica dalla digestione anaerobica dei rifiuti organici.
È questo il progetto avviato dalla catena Sainsbury nel punto vendita di Cannock, cittadina a circa 30 chilometri a nord di Birmingham, in Inghilterra. Il punto vendita sarà il primo supermercato inglese ad essere energeticamente autonomo, grazie all’elettricità autoprodotta dagli scarti alimentari.
Tutto il cibo avariato verrà così digerito nella centrale a biogas costruita in collaborazione con Biffa, una delle principali società di gestione dei rifiuti in Uk, e sarà in grado di produrre energia elettrica sufficiente a soddisfare la domanda annuale di 2.500 abitazioni domestiche. Dalla centrale partirà un cavo lungo 1,5 chilometri che porterà l’elettricità direttamente al punto vendita.
Il progetto rientra nel più ampio “zero waste to landfill”, ovvero “zero rifiuti in discarica”, avviato dalla catena nel 2013. La catena inglese dichiara che tutti i rifiuti vengono riciclati o trasformati in combustibile. Le eccedenze alimentari infatti vengono trasformate in mangimi per animali per sostenere gli agricoltori britannici o utilizzata per produrre energia attraverso appunto la digestione anaerobica.
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