Ogm

Vandana Shiva. Facciamo pace con la Terra: se lo merita

Il suo ultimo libro si intitola “Fare pace con la terra”. Cosa significa fare pace con la Terra? Perché oggi è fondamentale? Vedo una vera guerra contro la Terra, ma questa guerra non è solo contro la Terra perché dipendiamo dalla terra, i contadini dipendono dai campi, i popoli tribali dipendono dalle foreste, tutti dipendiamo

Ogm


Il suo ultimo libro si intitola “Fare pace con la terra”. Cosa
significa fare pace con la Terra? Perché oggi è
fondamentale?

Vedo una vera guerra contro la Terra, ma questa guerra non
è solo contro la Terra perché dipendiamo dalla terra,
i contadini dipendono dai campi, i popoli tribali dipendono dalle
foreste, tutti dipendiamo dall’acqua, ognuno di noi dipende dal
cibo. La guerra contro la Terra diventa una guerra contro gli
esseri umani, è alla radice della fame e della sete nel
mondo. Dobbiamo fare pace con la Terra sia perché se lo
merita, sia perché è l’unico modo di proteggere i
diritti umani.

 

Si può fare pace ‘con’ ma ‘anche’ attraverso la
terra…

Sì, dobbiamo farci ispirare l’idea di pace proprio
dalla terra!

 

Lo scorso venerdì, la Corte di Cassazione ha
dichiarato fuorilegge le coltivazioni OGM in un’intera regione
italiana, il Friuli Venezia Giulia; all’agricoltore hanno
sequestrato campi, trattori, computer e conto corrente. Cosa ne
pensa?

Penso che i veri colpevoli siano le aziende che vendono i semi
OGM.

 

Cioè: la mentalità non corretta è
quella delle corporation, non quella dei
contadini…

Esattamente! In India i contadini comprano quei semi
perché è stato detto loro che erano buoni. Credo che
non sia giusto criminalizzare i contadini. Se gli OGM sono
sbagliati, i governi dovrebbero regolamentarli. Criminalizzare i
contadini non metterà fine ai comportamenti riprovevoli
delle aziende biotech nel mondo.

 

Come è la situazione in India oggi, proprio a
proposito di OGM?

Grazie alla World Trade Organization Monsanto è entrata
in India e poi ha raggiunto i contadini attraverso finta
pubblicità, usando i nostri dei, le nostre divinità
per vendere questi “semi miracolosi” e togliendo ai contadini i
loro propri semi, dicendo: “Ma perché usate semi inferiori?
Sostituiteli con queste nuove varietà!”. Avendo avuto
un’esperienza terribile con il cotone Bt, abbiamo mobilitato la
nazione contro l’introduzione della melanzana Bt nel 2010,
arrivando a una moratoria. La vicenda ha rappresentato un test per
la capacità dell’India di mantenere il controllo sui semi,
il cibo, il sapere. Naturalmente Monsanto è molto
arrabbiata, ma noi abbiamo usato i nostri strumenti: la democrazia,
le nostre costituzioni, le nostre leggi.

 

Ma come sono entrati gli OGM in India?

Attraverso un processo illegale: non sono state applicate le
leggi, non si è passati dal governo. Altrimenti se si fosse
agito rispettando le leggi, non avremmo gli OGM in India. Il potere
della lobby biotech è forte non solo in India, ma in tutta
Europa, 80 lobbisti tentano ogni giorno di influenzare la
Commissione europea, a Bruxelles. Alla Casa Bianca anche e ci sono
loro branche in ogni paese. In Indonesia sono stati colti sul fatto
mentre corrompevano con 75.000 dollari gli ufficiali governativi.
È il potere del denaro, che va contro la democrazia.

 

Potrà cambiare la situazione in un futuro non
troppo lontano?

Questo sistema di potere è così sbagliato che
più ne parliamo, più lo mostriamo, più usiamo
le leggi per fermarlo… e prima ce la faremo! Tra cinque,
dieci anni vedo un mondo in cui a Monsanto tocchi il destino della
Enron, una compagnia che voleva privatizzare tutta l’energia del
pianeta con metodi corrotti: e dov’è adesso? [È
fallita nel 2002 con un crack mondiale, ndr]. Monsanto usa il suo
potere per bloccare le corti, per bloccare le università,
per bloccare chiunque, ma penso che visto che le persone sono
sempre più consapevoli e organizzate non potrà
continuare a controllare i semi delle piante del pianeta. E noi
recupereremo i nostri semi!

 

La nuova consapevolezza delle persone si potrà
sviluppare anche attraverso i social network?

Ne abbiamo bisogno, ma in combinazione con un’organizzazione
reale e concreta, con faccia a faccia con le persone. Ecco come
più di 6mila villaggi in India non hanno permesso gli Ogm
nei loro territori o 55 regioni d’Europa si sono definite OGM-free:
grazie agli incontri faccia a faccia. I social network ci possono
aiutare, ma se non sono agganciati alla base, alle persone, non si
creerà il cambiamento di cui abbiamo bisogno. Può far
mobilitare le persone, ma alla fine queste masse devono agire
concretamente dove le cose avvengono: nei campi, nelle fattorie,
nelle regioni, nei governi nazionali.

 

“Quando ho scoperto che le multinazionali volevano
brevettare le sementi e le varietà di grano, ho fatto
partire il progetto di Navdanya, per proteggere la
biodiversità, difendere i contadini e promuovere
l’agricoltura biologica” Così Vandana Shiva descrive la
nascita di Navdanya (“Nove semi”) nel 1991.
Lei
sottolinea l’importanza della difesa del cibo. Come portarla
all’attenzione delle persone?

Stiamo costruendo programmi globali rendendo le persone
consapevoli del fatto che i semi sono stati brevettati… la
maggior parte di loro non lo sapeva! E come sono stati brevettati?
Attraverso la pirateria! E la gente non lo sapeva! Facendo appello
alle persone a ottenere di nuovo i semi come bene comune, qualcosa
che le persone possano procurarsi da soli, proprio come i giovani
vogliono open source software, tutti nel mondo vorranno semi
open source e non semi OGM posseduti e brevettati da
corporation. Il punto più importante naturalmente è
che tutti dobbiamo vedere i semi come il primo anello nella catena
alimentare. Senza la sovranità dei semi, non c’è la
sovranità alimentare, se perdiamo i nostri semi, perdiamo la
nostra libertà. Durante la guerra del Vietnam Kissinger, che
provava a controllare il Vietnam attraverso il cibo, disse “Quando
controlli l’esercito, controlli un governo, quando controlli il
cibo, controlli le persone”. Io aggiungerei che quando controlli i
semi, controlli la vita.

 

Proprio per questo abbiamo bisogno di una nuova
consapevolezza…

Certo! Abbiamo bisogno di una consapevolezza molto profonda
che riconosca che il nostro focus dev’essere sulla vita su questa
Terra e sulla nostra libertà. Non sui calcoli manipolatori
per imporre gli OGM, sul sistema finanziario, sulla recessione,
sugli aggiustamenti strutturali, sui tagli al budget, sui deficit
di bilancio…

 

In Italia c’è un ricchezza di presidi
alimentari, una straordinaria biodiversità. Quali sono le
misure più urgenti da mettere in atto per la tutela di
questo patrimonio?

La prima e più importante misura da mettere in atto
è proteggere la biodiversità e i semi che hanno
permesso a questo patrimonio di esistere. Proteggere i piccoli
contadini, che sono i produttori di cibo di qualità. Il cibo
buono non può crescere nelle fattorie industriali, le
monoculture di cibo industriale crescono in fattorie industriali.
Proprio per questo bisogna opporsi alle leggi che impongono tasse
troppo gravose sulle proprietà rurali, perché se i
contadini non potranno pagarle dovranno abbandonare la loro terra e
con loro sparirà anche il cibo di qualità di cui
l’Italia è così orgogliosa.

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