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In occasione del decennale del secondo Conto energia che ha favorito la straordinaria rimonta dell’Italia nel fotovoltaico, la mia speranza è che l’Italia non perda il primato nel solare. Stop a trivelle e fossili, puntare su rinnovabili e efficienza, nuove opportunità specie per giovani e sud.
Il 19 febbraio 2007 un decreto ministeriale fortemente perorato da me, come ministro dell’Ambiente, avviò con il cosiddetto secondo Conto energia la splendida stagione del fotovoltaico in Italia.
In 10 anni nonostante boicottaggi, speculazioni e la forte opposizione delle lobby dei fossili, l’Italia è diventata il Paese che vanta la più alta percentuale al mondo di energia elettrica prodotta da fonte solare: l’8 per cento. Seguono Grecia con 7,4 e Germania con 7,1, e tutto il resto del mondo, dove i 227 gigawatt di potenza fotovoltaica esistente bastano a coprire solo l’1,3 per cento dell’energia consumata.
Siamo primi al mondo per produzione di energia solare fotovoltaica sul fabbisogno di elettricità.
Peccato che se si fossero gestite le risorse dell’incentivo come avevo previsto oggi avremmo evitato gli abusi, e con gli stessi soldi avremmo molta più potenza installata, meno impianti a terra, molti più tetti solari e meno coperture ancora con amianto.
Il Conto energia che lanciammo nel 2007 premiava infatti con il massimo inventivo la sostituto zone dei tetti in amianto con il solare e destinava l’incentivo più basso agli impianti a terra che peraltro dovevano seguire delle linee guida regionale per tutelare le aree agricole .
È comunque un grande successo essere passati dai 50 MW del 2006 e gli 87 di fine 2007 ai circa 20.000 MW di fine 2016 (esattamente 19.260 MW). Da poche migliaia di impianti ad oltre 800.000. Peccato che il governo Berlusconi che arrivò nel 2008 iniziò a boicottare i miei progetti per le rinnovabili perché puntava sulle centrali nucleari. Poi arrivò anche un emendamento del Pd nel “salva Alcoa” che finì per favorire molte speculazioni.
Ma ormai il solare produce energia in oltre 6000 comuni italiani ed è diventato familiare.
Ora dobbiamo creare facilitazioni burocratiche e incentivare le batterie (i sistemi di storage) per conservare l’energia prodotta e tutte le innovazioni tecnologiche come le mattonelle che producono energia quando ci si cammina sopra.
Il futuro è nelle rinnovabili e perciò occorre bloccare tutti gli assurdi incentivi di cui godono ancora i combustibili fossili e dire stop a trivellazioni petrolifere, centrali a carbone e vecchie tecnologie. E queste sono grandi opportunità di lavoro in particolare per i giovani e il Sud, ovvero dove maggiore è la disoccupazione.
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