17mila chili di squame di pangolini sono stati sequestrati in Nigeria

Le autorità doganali hanno condotto un maxi-sequestro in Nigeria fermando alcuni trafficanti di squame di pangolini.

17mila chili di squame e artigli di pangolini e 44 chili di zanne di elefanti. Per un totale di oltre 48 milioni di euro. È quanto hanno confiscato le autorità nigeriane durante un maxi-sequestro avvenuto mercoledì 4 agosto a Lagos. Tre individui sono già stati arrestanti e la polizia è ora sulle tracce di una quarta persona, sospettata essere a capo dell’operazione, ha spiegato il colonnello Hameed Ibrahim Ali, del servizio doganale.

Scaglie di pangolino
Un chilo di scaglie di pangolino può arrivare a costare fino a 600 dollari © gmacfadyen/Flickr

Un sequestro da 48 milioni di euro

I pangolini sono considerati gli animali più trafficati al mondo. Vengono uccisi per consumarne la carne, mentre le squame e gli artigli sono usati nella medicina tradizionale cinese. Tutte e otto le specie – quattro native dell’Asia e quattro dell’Africa – sono presenti sulla lista rossa della Iucn, l’Unione mondiale per la conservazione della natura, con status che variano dal vulnerabile al gravemente minacciato.

“La deforestazione e lo sfruttamento della fauna selvatica, specialmente di specie a rischio, sono problemi globali che necessitano della collaborazione delle nazioni e dei loro servizi di intelligence. Solo così si potrà sradicare l’uccisione indiscriminata di questi animali”, ha affermato Ali durante una conferenza stampa.

Le autorità nigeriane stanno ora collaborando con quelle inglesi, americane, tedesche e con alcune organizzazioni internazionali per migliorare le operazioni contro il traffico illegale. Secondo gli esperti, infatti, la Nigeria viene utilizzata dai trafficanti come punto di appoggio per contrabbandare i pangolini in Asia a causa dei pochi controlli ai confini e dell’accesso a grandi porti.

370mila pangolini uccisi in quattro anni

Il commercio illegale delle loro parti riguarda però tutto il mondo e i sequestri sono aumentati di dieci volte dal 2014 secondo l’Unodc, l’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine. In soli quattro anni – dal 2014 al 2018 – sono state confiscate 185 tonnellate di squame che si stima corrispondano a circa 370mila animali. Si tratta di cifre impressionanti, ma che restano comunque incomplete perché i sequestri corrispondono solo a una piccola parte degli animali realmente uccisi.

L’importanza della loro conservazione è stata sottolineata anche durante i Goldman environmental prize di quest’anno, considerati i “premi Nobel per l’ambiente” e assegnati annualmente agli attivisti che si distinguono nella lotta per la salvezza del Pianeta. Uno di loro è Thai Van Nguyen, fondatore di Save Vietnam’s wildlife, un’organizzazione che, tra il 2014 e il 2020, ha salvato 1.540 pangolini dal traffico illegale di specie selvatiche. Nguyen ha inoltre istituito la prima unità vietnamita contro il bracconaggio che, a partire dal 2018, ha distrutto 9.701 trappole per animali, smantellato 775 campi illegali, confiscato 78 armi e portato all’arresto di 558 bracconieri, con una significativa riduzione delle attività illegali nel parco nazionale Pu Mat.

I pangolini sono gli unici mammiferi squamati al mondo; le loro tane servono da rifugio anche per altri animali, come i pipistrelli, i serpenti e le manguste e in più tengono sotto controllo le popolazioni di insetti. Perderli significherebbe dire addio a una parte vitale dell’ecosistema, come del resto succede ogni volta che si estingue una specie.

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