La temperatura media annuale, sul territorio della Russia, è stata nel 2020 di 3,22 gradi centigradi superiore rispetto alla media del periodo 1961-1990. Sbriciolando così il precedente record, risalente al 2007, che è stato battuto di un grado centigrado.
La Russia si scalda più velocemente rispetto alla media globale
A riferire i dati è un documento pubblicato giovedì 25 marzo dall’istituto meteorologico Roshydromet, che ha anche indicato che la superficie della calotta glaciale, di conseguenza, ha registrato una ritirata storica nel corso dell’estate. “Lo scorso anno – ha spiegato l’organismo russo – è stato estremamente caldo nel nostro paese così come sull’intero Pianeta”. Precisando però che, in generale, “il tasso di riscaldamento in Russia è molto più elevato rispetto alla media globale”.
La crescita della temperatura nella nazione euro-asiatica, secondo il Roshydromet, è cresciuta infatti, dagli anni Settanta ad oggi, di 0,51 gradi centigradi ogni decennio. Il che ha provocato anche “una stabile tendenza verso una riduzione della calotta che ricopre le zone artiche”. In particolare, “nel 2020 la copertura a settembre è risultata di soli 26mila chilometri quadrati”, facendo segnare un record storico.
I picchi di caldo in Siberia e il rischio di un circolo vizioso
D’altra parte, che l’anno passato sia stato caratterizzato da un caldo eccezionale è stato confermato anche dai picchi straordinari registrati nel corso dell’estate in Siberia. Il 9 giugno 2020, la temperatura ha infatti toccato i 30 gradi centigradi a Nizhnyaya Pesha: condizioni del tutto inusuali per la zona. Sabato 20 giugno, poi, nel villaggio di Verchojansk – paesino popolato da mille abitanti nella nella Repubblica autonoma della Sacha-Jacuzia (Siberia orientale) – la colonnina di mercurio ha raggiunto i 38 gradi centigradi.
Dati che preoccupano non solo perché figli dei cambiamenti climatici in atto sulla Terra, ma perché potenzialmente in grado di alimentarli, in un pericoloso circolo vizioso. La fusione del permafrost, strato di suolo ghiacciato che copre il 25% delle terre dell’emisfero settentrionale, può liberare nell’atmosfera enormi quantità di CO2 e di metano. Contribuendo così al riscaldamento globale.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo alla Cop29 a Baku, ha ribadito il proprio approccio in materia di lotta ai cambiamenti climatici.
Durante la cerimonia di apertura della Cop29 il segretario generale delle Nazioni Unite ha lanciato un nuovo accorato appello affinché si agisca sul clima.
La Cop29 si svolge in Azerbaigian, un paese fortemente dipendente dall’export di gas e petrolio, sempre più corteggiato dall’Europa che vuole sostituire le forniture russe.
Non era mai accaduto che la temperatura media globale in un intero anno solare fosse di oltre 1,5 gradi centigradi superiore ai livelli pre-industriali.