I dati dell’Eurobarometro sul clima dimostrano che i cittadini europei hanno a cuore le sorti del clima e chiedono alle istituzioni di agire.
- L’Eurobarometro sul clima è un sondaggio condotto su oltre 26mila persone nei 27 stati membri dell’Unione europea, di cui 1.019 in Italia.
- Ne emerge un’ampia e diffusa consapevolezza sui cambiamenti climatici che, per l’85 per cento degli intervistati, sono un serio problema per il pianeta.
- L’81 per cento degli intervistati (l’84 per cento in Italia) si dice favorevole al Green deal europeo.
I cittadini europei prendono molto sul serio i cambiamenti climatici. L’85 per cento li considera un serio problema per il pianeta, il 47 per cento addirittura il problema più grave da affrontare. È uno dei dati più forti emersi dall’ultimo Eurobarometro sul clima. Il sondaggio è stato condotto tra febbraio e marzo su un campione di oltre 26mila persone nei 27 stati membri dell’Unione europea, di cui 1.019 in Italia.
I cittadini europei vivono in prima persona l’impatto della crisi climatica
Una maggioranza così schiacciante si spiega anche con il fatto che i cambiamenti climatici non sono soltanto un tema discusso tra istituzioni e scienziati, ma anche e soprattutto un’esperienza che fa parte della vita quotidiana. Il bacino del Mediterraneo d’altra parte è un hotspot, con un aumento delle temperature che supera del 20 per cento la media globale. Tra gli intervistati dall’Eurobarometro sul clima, il 38 per cento si dice molto o abbastanza esposto in prima persona a incendi, inondazioni, inquinamento o eventi meteo estremi. Tra gli italiani la percentuale è ancora più alta: 48 per cento. La stragrande maggioranza (81 per cento a livello europeo, 85 per cento in Italia) ritiene ragionevole considerare la probabilità di inondazioni, o di altri rischi climatici, per decidere dove abitare.
Il Green deal europeo deve andare avanti: lo chiede l’Eurobarometro sul clima
Ma chi è nella posizione migliore per affrontare la crisi climatica in corso? Le risposte dell’Eurobarometro sul clima mettono al primo posto i governi nazionali (66 per cento in Europa, 71 per cento in Italia), seguiti dall’Unione europea (59 per cento in Europa, 66 per cento in Italia), da industria e commercio (rispettivamente al 58 e 49 per cento) e dalle autorità regionali e locali (44 e 49 per cento).
Proprio le istituzioni europee hanno dettato la linea con il Green deal, il colossale piano di transizione verde volto ad azzerare le emissioni nette di gas serra dell’intero Continente entro il 2050, con obiettivi intermedi al meno 55 per cento entro il 2030 e – come ha appena annunciato la Commissione – al 90 per cento entro il 2040. È un percorso accidentato, che ha un prezzo anche in termini sociali e che si teme possa scivolare in secondo piano rispetto alla competitività e al riarmo, le priorità dalla seconda Commissione di Ursula von der Leyen. Ma è un percorso in cui i cittadini e le cittadine dell’Unione credono: i favorevoli sono l’81 per cento in Europa e l’84 per cento in Italia.
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