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Anni ’90, con Cross Country Volvo inaugura una serie di modelli ispirati alla selvaggia natura scandinava. Oggi è la volta di EX30, l’elettrica pensata per viaggiatori che amano spingersi oltre i confini, in modo consapevole.
Di lei, l’elettrica Volvo EX30, vi avevamo parlato circa un anno fa, in occasione di un viaggio in Svezia, a Luleå, la porta d’accesso alla Lapponia svedese, un’avventura al centro del più grande arcipelago di acque salmastre del mondo. Obiettivo? Beh, oltre a raccontarvi per la prima volta l’elettrica più compatta di Volvo (i 4 metri e 23 di lunghezza la rendono adatta alla città), anche sfatare una delle fake news più diffuse sulla mobilità elettrica, ossia che con il freddo le auto elettriche non funzionano: per chi si fosse perso la risposta vi rimettiamo qui sotto il link alla nostra prova.
Oggi, torniamo a parlare della EX30, questa volta nell’inedita versione Cross Country, “pensata per coloro che vogliono vivere grandi esperienze con il loro Suv compatto a trazione completamente elettrica”, come spiega una nota. Un’elettrica per spingersi oltre i confini delle città, in ogni condizione atmosferica, pensata per le “avventure” dei weekend, più ispirata ai contesti naturali, insomma, all’esplorazione. Le differenze rispetto alla EX30? La maggiore altezza da terra, ruote più grandi per affrontare anche terreni accidentati, la trazione integrale 4×4, (utile su fondi scivolosi, come la neve), alcuni elementi esteriori. Prezzi a partire da 54mila 400 euro.
Esternamente il frontale è caratterizzato da un elemento decorativo che riproduce la topografia della catena montuosa Kebnekaise nella Svezia artica, mentre piastre paracolpi anteriori e posteriori, le barre di carico sul tetto e passaruota più evidenti completano l’aspetto più robusto, quasi off-road. Per il resto, EX30 Cross Country resta un’elettrica compatta, adatta anche alla città, con un’autonomia dichiarata fino a 427 chilometri (la versione “normale” ma con autonomia estesa arriva fino a 480 chilometri) e tempi di ricarica nella migliore delle opzioni (la batteria – coperta da garanzia per 8 anni o 160.000 km, accetta fino a 153 kW in corrente continua), dal 10 all’80% in meno di mezz’ora. Piacerà agli amanti dell’avventura e degli sport la possibilità di avere portabiciclette, portascì, supporti per kayak, gancio di traino.
Prima di entrare nel merito però, qualche accenno alla gamma Cross Country, che Volvo ha introdotto per la prima volta nel 1997. L’idea era quella di proporre una variante fuoristrada nella gamma prima delle station wagon e poi delle eredi naturali, le crossover con qualche tentativo (meno riuscito) anche sulle più tradizionali berline. L’obiettivo? Creare modelli che riflettessero un preciso stile di vita, esprimessero robustezza, un senso dell’avventura ispirato alla selvaggia natura scandinava. Il primo modello, la Volvo V70 del 1997 a cui seguono negli anni diversi modelli, fino alla EX30 Cross Country attuale, la prima elettrica; in contemporanea Volvo ha reso disponibile da inizio anno un aggiornamento della ibrida plug-in XC60, con aggiornamenti in termini di esperienza d’utilizzo, design e comfort, oltre a un sistema di infotainment più veloce e reattivo.
A bordo gli interni restano quelli della EX30 “normale”, un’auto apparentemente scevra di complessità che, complice il design, ispirato al minimalismo nordico, col tempo diventa famigliare, capace di rassicurare, quasi di infondere calma, come avevano già riscontrato. Certo, anche qui resta il tema che per ogni necessità si debba ricorrere a uno schermo che di fatto racchiude tutto e che richiede un minimo di dimestichezza, dopo di che tutto appare più nitido. Insomma, anche su EX30 Cross Country c’è bisogno di tempo per comprendere alcuni aspetti, che poi diventano però gesti quotidiani, pratici, veloci. Semplici in una parola. Il climatizzatore è bi-zona con un sistema di qualità dell’aria, il volante è riscaldabile, comoda la ricarica a induzione per lo smartphone e il tetto panoramico in cristallo anche se non si apre rende i viaggi più piacevoli (e luminosi).
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Dentro il pavimento è piatto, lo spazio sfruttato con numerosi portaoggetti. L’abitabilità posteriore resta un po’ ridotta e nel bagagliaio lo spazio è solo discreto, anche se davanti c’è un secondo vano comodo per riporre i cavi di ricarica. L’ampio ricorso all’economia circolare per i materiali degli interni si conferma un buon esempio di ecodesign dove artigianalità nordica e sostenibilità si fondono con il ricorso a denim ottenuto da jeans dismessi, plastica riciclata da vecchi telai di finestre, lino e fibre composte da poliestere, lana e Pet. Per saperne di più qui trovate l’intero ciclo di vita della EX30, un documento che mostra come è possibile ridurre la carbon footprint di un’auto, dall’estrazione e lavorazione delle materie prime fino al termine del suo utilizzo.
Costruita nello stabilimento belga di Ghent (per chi non ricordasse dal 2010, Volvo Cars è di proprietà della cinese Zhejiang Geely Holding, in Cina il marchio ha diversi siti produttivi), la EX30 Cross Country è disponibile nella versione più performante della gamma, ossia la Twin motor performance, che abbina alla batteria più performante, 2 motori elettrici e la citata trazione integrale, una caratteristica che permette di aumentare la sicurezza su fondi scivolosi, come neve, fango o strade sterrate. La potenza erogata è notevole (428 cavalli, 315 kW) e, come vi avevamo già raccontato dalla Svezia, dove avevamo provato la stessa versione (dal punto di vista dinamico non ci sono differenze rispetto alla versione standard), la EX30 Cross Country si conferma un’elettrica molto performante, silenziosa, confortevole anche su fondi sconnessi.
Volvo da sempre è riconosciuto come uno dei marchi che investe di più in sicurezza, aspetto confermato anche su questa EX30 Cross Country con una gamma di Adas (sistemi di assistenza alla guida) che vanno dal supporto alla frenata per ridurre il rischio di collisioni, al monitoraggio dell’apertura delle porte (Door opening alert), fino all’utilissimo Pedestrian and cyclist steering avoidance che su strade senza marciapiede, quando l’auto rileva che è probabile che si verifichi una collisione con un ciclista o un pedone, sterza da sola allontanandosi, un modo per prendersi cura degli utenti vulnerabili della strada.
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