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Prima il Politecnico di Milano, poi la Sapienza di Roma e altre città. Gli studenti italiani si stanno accampando davanti alle università per chiedere affitti equi.
Da diversi giorni stanno spuntando delle tende davanti alle università italiane, come forma di protesta contro il caro affitti. Tutto è iniziato dal Politecnico di Milano, dove la studentessa Ilaria Lamera si è accampata il 2 maggio scorso, denunciando l’impossibilità di sostenere il costo esorbitante delle case a Milano. Nei giorni successivi le tende si sono moltiplicate e iniziative simili hanno riguardato la Sapienza di Roma e l’Università di Cagliari. Altre manifestazioni simili sono in programma in altre città italiane.
La protesta si sta insomma trasformando in un movimento nazionale e trasversale, rappresentato dagli studenti ma che riguarda la negazione del diritto alla casa di tutti, anche i lavoratori.
A Milano da lungo tempo c’è un problema di diritto alla casa. Il capoluogo meneghino è la città con gli affitti più cari d’Italia e se questo corrisponde al fatto che anche gli stipendi sono i più alti a livello nazionale, resta però che la situazione sembra sfuggita di mano paragonando la situazione all’estero.
Secondo dati recenti, Milano ha le stanze singole più care d’Europa, battendo città come Berlino e Bruxelles, dove gli stipendi medi sono però decisamente più alti. Secondo l’ente di ricerca indipendente Scenari immobiliari, ormai le stanze singole viaggiano oltre gli 800 euro, con picchi anche superiori ai mille euro. E la situazione peggiora di anno in anno, nonostante gli stipendi restino fermi e l’inflazione stia aggredendo il potere di spesa dei consumatori. Rispetto a 12 mesi fa, i prezzi dei canoni di locazione milanesi sono aumentati del 19,5 per cento.
Ci sono tante ragioni alla base di questa situazione fuori controllo. Milano attrae persone, soprattutto studenti e giovani lavoratori, ma questo fa sì che l’offerta di case non sappia stare al passo con questo processo. Di fronte a una domanda molto ampia, la scarsa offerta si trasforma in un bene di lusso. Ma il problema ha anche a che fare con l’airbnbizzazione della città: soprattutto nelle aree centrali, la gran parte delle case libere è destinata agli affitti brevi per turisti. Questo riduce ulteriormente l’offerta di case e fa impennare ulteriormente i loro prezzi.
Questi processi sono molto evidenti a Milano, ma non risparmiano anche il resto d’Italia. Da Venezia a Roma, passando per Firenze e Bologna, il diritto alla casa è sempre più un miraggio per studenti e lavoratori precari. E qualcuno ha iniziato ad alzare la voce.
Il 2 maggio la studentessa bergamasca Ilaria Lamera ha messo in atto una protesta molto significativa. Ha montato una tenda fuori dal Politecnico di Milano, dove studia Ingegneria ambientale, per protestare contro il caro-affitti in città e mandare un segnale alle istituzioni locali.
Come ha raccontato alla stampa, Lamera per lungo tempo ha fatto la pendolare dal suo paese in provincia di Bergamo. Poi è riuscita a trovare una stanza singola a Milano, ma a 600 euro, un prezzo nella media meneghina ma ben superiore a quello di altre città ben più ricche d’Europa. “La situazione qui in città è impraticabile”, ha denunciato, mentre sempre più persone del Politecnico hanno condiviso la sua causa. E nei giorni successivi in piazza Leonardo Da Vinci, davanti l’istituto, altri studenti si sono accampati con le rispettive tende. Lo stesso è avvenuto poi davanti all’Università La Sapienza di Roma, dove è avvenuto anche un confronto con la rettrice Antonella Polimeni, che ha solidarizzato con gli studenti.
Proteste simili si sono tenute a Cagliari e in altre città italiane, portando all’intervento della Conferenza dei rettori. Il presidente Salvatore Cuzzocrea ha detto di essere al lavoro con la ministra dell’Università Anna Maria Bernini per creare migliaia di nuovi posti nelle residenze universitarie. Nelle prossime ore è previsto un incontro tra gli studenti e il sindaco di Milano Beppe Sala, a cui parteciperanno anche rappresentanti delle università cittadine. Ma gli studenti sono solo la punta dell’iceberg di un problema di caro affitti che colpisce molte altre categorie, come i lavoratori più giovani e precari, ma anche i pendolari. Nel caso di Milano, i prezzi esorbitanti stanno creando una forza centrifuga e sempre più giovani stanno decidendo di lasciare la città.
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