D’ora in poi le leggi italiane dovranno valutare il proprio impatto generazionale

Via libera alla proposta storica dell’ASviS: i provvedimenti conterranno una valutazione sull’impatto sulle prossime generazioni e sulla parità di genere.

  • Via libera del Parlamento all’introduzione della Valutazione d’impatto generazionale nelle leggi (tranne i decreti).
  • Si tratta di una proposta storica dell’ASviS, che risale al 2016.
  • Inserito anche un obbligo di valutare l’impatto di ogni nuova legge sulla questione di genere.

Solamente pochi giorni fa, presentando il rapporto annuale dell’ASviS dal quale emergeva che l’Europa aveva ormai perso il suo ruolo di leadership in quanto a sostenibilità, la presidente dell’Alleanza, Marcella Mallen, aveva sottolineato che “l’Italia ha ancora l’opportunità di trasformare gli impegni che ha assunto a livello internazionale in politiche capaci di incidere sulla vita delle persone. Penso, ad esempio, alla Valutazione d’impatto generazionale (Vig) che analizzi gli effetti a lungo termine delle politiche pubbliche sulle giovani generazioni”. E proprio all’inizio di questa settimana, la Camera quella Valutazione d’impatto generazionale, contenuta all’interno di un disegno di legge sulla semplificazione normativa, l’ha approvata davvero.

In cosa consiste la valutazione dell’impatto generazionale 

Che significa? Che d’ora in poi le leggi del futuro dovranno guardare un po’ più lontano: non solo agli effetti immediati ma anche alle conseguenze che avranno sui giovani e sulle generazioni che verranno. La norma, che era stata fortemente voluta proprio dall’Alleanza italiana per lo Sviluppo sostenibile, impone che tutti gli atti del Governo, ad eccezione dei decreti-legge, siano accompagnati da un’analisi preventiva degli effetti ambientali e sociali che possono ricadere sui giovani e sulle generazioni future. L’obiettivo è duplice: promuovere l’equità intergenerazionale e rendere la legislazione più sostenibile nel tempo, evitando che le scelte di oggi si traducano in costi o disuguaglianze per chi verrà domani. A coordinare e monitorare questo nuovo strumento sarà un Osservatorio per l’impatto generazionale, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, con funzioni di analisi, studio e proposta.

L’Osservatorio dovrà fornire indicazioni utili per tradurre l’obiettivo dell’equità tra generazioni in criteri concreti di valutazione delle politiche pubbliche. Secondo Enrico Giovannini, direttore scientifico, “si attua così una delle proposte che l’ASviS aveva avanzato fin dal 2016 e quanto previsto dal nuovo articolo 9 della Costituzione, riformato nel 2022 sempre su proposta dall’Alleanza”. “Da oggi il futuro entra davvero nel cuore delle decisioni politiche, orientando e condizionando le scelte della politica verso la sostenibilità, come previsto dall’Agenda 2030″ hanno commentato Pierluigi Stefanini e Marcella Mallen, presidenti dell’ASviS, “Un vero e proprio cambio di passo, tanto più necessario in un momento in cui la condizione delle giovani generazioni appare indebolita sotto diversi punti di vista”.

Generazionale e anche di genere

 

Accanto alla valutazione di impatto generazionale, il provvedimento potenzia anche la valutazione di impatto di genere: ogni nuova legge o regolamento dovrà essere esaminato anche in base ai suoi effetti differenziati su uomini e donne, con l’introduzione della cosiddetta statistica di genere. Tutti i dati raccolti nell’ambito dell’informazione statistica ufficiale dovranno essere disaggregati per sesso, per consentire analisi più precise e trasparenti. La legge prevede inoltre che la relazione biennale al Parlamento sulla parità di genere includa anche una valutazione delle ricadute sull’occupazione femminile degli investimenti pubblici in materia di lavoro, formazione e politiche sociali.

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