Non abbiamo il diritto di proteggere la Global Sumud Flotilla, abbiamo il dovere

Il chiarimento dei giuristi: la missione è legittima e le acque davanti a Gaza non sono israeliane, non difendere le navi da attacchi sarebbe un crimine.

Le acque di fronte alla Striscia di Gaza non sono di territorialità israeliane e il blocco imposto da Tel Aviv è illegittimo. Al contrario, del tutto legittima è pertanto la missione umanitaria della Global Sumud Flotilla e il governo “ha l’obbligo di proteggere le navi battenti bandiera italiana e i loro equipaggi, anche ricorrendo alla forza se necessario”. Non è soltanto una missione umanitaria, ma un test politico e giuridico per l’Italia, quello della Global Sumud Flotilla che, carica di viveri e medicinali per Gaza, ha ripreso il mare dopo essersi fermata per riparare i danni provocati da un attacco israeliano in acque internazionali.

 

E tre associazioni italiane di giuristi – Asgi, Giuristi Democratici e Comma 2 – fanno chiarezza “anche alla luce di una serie di affermazioni contrarie al diritto internazionale espresse anche da esponenti del Governo italiano”: il ministro della Difesa Guido Crosetto, in particolare, aveva detto in Parlamento che l’Italia non sarebbe in grado di intervenire a difesa delle navi “nelle acque territoriali di Israele”.

La missione Global Sumud Flotilla è legittima, tutto il resto no

Secondo le tre sigle, non è la Flotilla a violare le regole del diritto internazionale, bensì il blocco navale imposto da Israele e gli attacchi armati contro navi civili. “Costituisce palese violazione del diritto internazionale – scrivono – l’attacco alle imbarcazioni della Flotilla, il blocco navale al largo di Gaza e il considerare come israeliane le acque antistanti la costa”. La presa di posizione chiama in causa direttamente Palazzo Chigi. “Uno spogliarsi dell’obbligo di protezione da parte dello Stato italiano renderebbe l’Italia responsabile della violazione delle convenzioni sui diritti umani, che impongono di adottare tutte le misure necessarie per proteggere la vita umana”. In altre parole, se le navi italiane venissero colpite e il governo non intervenisse, Roma si troverebbe sotto accusa non solo sul piano politico ma anche su quello giuridico internazionale.

Il comunicato sottolinea inoltre che l’azione della Global Sumud Flotilla è perfettamente conforme al diritto internazionale e che il blocco navale israeliano, in quanto misura che priva la popolazione civile di cibo e medicinali, “è palesemente illegittimo e costituisce crimine contro l’umanità e crimine di guerra”. Le associazioni richiamano infine le conclusioni della Corte internazionale di giustizia, che nel luglio 2024 ha ribadito come Israele “non abbia diritto alla sovranità su alcuna parte del Territorio palestinese occupato” e come spetti a tutti gli Stati, Italia compresa, non riconoscere alcuna conseguenza all’occupazione.

Il messaggio è chiaro: la Flotilla continua a navigare verso Gaza, ma la vera domanda riguarda il governo italiano. Dopo aver inviato prontamente una fregata in seguito all’attacco con i droni subito al largo di Creta, sarà disposto ad assumersi la responsabilità di difendere le proprie navi e i propri cittadini, anche in acque che Israele considera proprie, con il benestare di buona parte delle comunità internazionale, come chiedono Asgi, Giuristi Democratici e Comma 2, o preferirà restare in disparte lasciando la Global Sumud Flotilla alla mercè di Israele?

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