Afghanistan, bombe su una scuola coranica: almeno 100 morti

Una scuola è stata bombardata in Afghanistan nel corso di una cerimonia di consegna dei diplomi. Incerto il numero delle vittime.

Chi è sopravvissuto all’attacco aereo che ha colpito nella giornata di lunedì 2 aprile una scuola coranica nel nord-est dell’Afghanistan ha parlato di una “mattanza”. Sono almeno cento, infatti, le persone che sono rimaste uccise sotto le bombe sganciate da alcuni elicotteri dell’aviazione di Kabul. E molti di loro sono bambini.

Le Nazioni Unite inviano degli esperti in Afghanistan per far luce sul bombardamento

Il raid è stato effettuato nel distretto di Dasht-e-Archi, controllato in larga parte dagli insorti. Sulla dinamica dei fatti, tuttavia, le informazioni appaiono discordanti: è per questo che le Nazioni Unite hanno annunciato l’invio di un gruppo di esperti in diritti umani, incaricati di far luce sull’accaduto. Ciò che si sa è che le bombe sono arrivate a metà giornata, mentre era in corso una cerimonia di consegna di diplomi: di qui la presenza di centinaia di studenti e delle loro famiglie.

Secondo le informazioni riferite dal generale Abdul Hamid Hamidi – capo della polizia della città Kunduz, distante qualche decina di chilometri – i morti sarebbero 72 morti. L’ufficiale li ha definiti “tutti nemici”. Al contrario, fonti citate dall’agenzia Afp che hanno preferito mantenere l’anonimato hanno parlato di “76 morti tra i quali 59 civili, la maggior parte bambini anche di soli otto anni, ai quali si aggiungono 17 talebani”. Inoltre, 57 feriti sarebbero stati trasportati all’ospedale di Kunduz.

Ricostruzioni discordanti: per l’esercito le vittime erano “nemici”

Un testimone ha affermato invece che “c’erano un migliaio di persone, forse di più, ma non ho visto talebani. Erano studenti, famiglie e gente del posto. Le bombe sono piovute proprio dove erano seduti bambini e ragazzi. Poi ho visto solo sangue dappertutto”.

Secondo l’esercito, la riunione sarebbe stata in realtà organizzata dai comandanti degli insorti e la conferma della natura militare dell’evento sarebbe data dal fatto che gli elicotteri, subito dopo il raid, sono stati colpiti da colpi di armi leggere. La versione ufficiale dei talebani è che “non era presente alcun responsabile di alto rango dei nostri gruppi”, bensì “unicamente studenti e altri invitati alla cerimonia”.

L’ex presidente Karzai: “Raid contrari ad ogni etica”

Su Twitter, l’ex presidente afgano Hamid Karzai ha condannato con forza l’operazione che ha colpito dei civili: “Questi raid – ha spiegato – effettuati in nome della lotta al terrorismo, colpiscono le nostre case, i nostri ospedali, i nostri centri religiosi e sono contrari ad ogni etica”. Il governo in carica e l’attuale presidente Ashraf Ghani hanno invece preferito, fino ad ora, non pronunciarsi sull’accaduto. Non è stata inoltre ordinata alcuna inchiesta per accertare i fatti.

 

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