Biologico

L’agricoltura che tutela la biodiversità

C’è un’agricoltura di piccola scala, quasi invisibile per i grandi numeri dell’economia, ma che produce la maggior parte del cibo di cui ci nutriamo. Un’agricoltura indispensabile per mantenere fertile la terra, per tutelare la diversità di paesaggi, piante e animali, per conservare i saperi, le tecniche e i prodotti locali.   Per difendere questo tipo

C’è un’agricoltura di piccola scala, quasi invisibile per i grandi numeri dell’economia, ma che produce la maggior parte del cibo di cui ci nutriamo. Un’agricoltura indispensabile per mantenere fertile la terra, per tutelare la diversità di paesaggi, piante e animali, per conservare i saperi, le tecniche e i prodotti locali.   Per difendere questo tipo di agricoltura, a fine febbraio si è tenuto a Szeged, in Ungheria, il sesto Forum europeo dei contadini europei riuniti sotto lo slogan “Let’s liberate diversity!” per discutere di diritti dei contadini e uso sostenibile della biodiversità coltivata.   “Con oltre trenta organizzazioni iscritte, sedici Paesi rappresentati e oltre d partecipanti – racconta Csilla Kiss, coordinatrice dell’evento – rappresentiamo il punto di vista di migliaia di persone: agricoltori, tecnici, produttori di sementi, panettieri, giardinieri, organizzazioni della società civile, ricercatori, allevatori…”.   Il forum ungherese è stata l’occasione per confrontare diverse esperienze europee di resistenza contadina (dallo scambio informale delle sementi ai farmer’s market urbani) e lanciare un appello: per difendere la biodiversità, è indispensabile riconoscere e sostenere concretamente il ruolo dei piccoli agricoltori nella tutela del patrimonio genetico vegetale.   “Il punto centrale del nostro impegno è la piena implementazione dell’International Treaty on Plant Genetic Resources for Food and Agriculture – dice Giuseppe De Santis, coordinatore del progetto Farmer’s seeds, sostenuto dalle ONG italiane Acra e Crocevia per sostenere il network europeo – un trattato internazionale che prevede strumenti politici ed economici fondamentali per riportare i diritti contadini al centro dell’agricoltura moderna. Ora si tratta di fare pressione perché i governi firmatari rispettino gli impegni presi e mettano in atto politiche concrete”. Il Trattato Internazionale sulle Risorse Genetiche per l’Alimentazione e l’Agricoltura un accordo internazionale entrato in vigore il 29 giugno 2004, vincolante e multilaterale che promuove la conservazione, lo scambio e l’uso sostenibile delle risorse genetiche vegetali l’alimentazione e l’agricoltura. Il trattato riconosce i diritti che costituiscono la base per il riconoscimento della funzione di mantenimento e la sua continuità nel tempo della diversità biologica attuata da agricoltori, indigeni e comunità locali su cui si basa la maggior parte della produzione di cibo sul nostro pianeta:

  1. un sistema facilitato e multilaterale di accesso alle risorse genetiche vegetali per la ricerca;
  2. il diritto degli agricoltori alla conservazione, uso, scambio e vendita delle sementi;
  3. la centralità degli agricoltori nelle decisioni e implementazioni delle politiche nazionali relative all’uso della biodiversità agricola.

Il prossimo incontro dell’organo di governo del trattato è previsto a Bali dal 14 al 18 marzo, dove insieme ai governi firmatari si delineeranno le strategie e i meccanismi finanziari per una sua fattiva attuazione.

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