Allergie respiratorie, come risponde la terapia integrata

Tempo di pollini e di allergie. Un approccio personalizzato con terapia integrata può alleviare i sintomi e migliorare il decorso della malattia.

Per terapia integrata si intende il metodo di cura che fa ricorso a tutte le possibilità offerte dalla medicina convenzionale e da quella naturale, scegliendo quella più adatta al singolo paziente. Anche nel caso delle allergie: almeno un italiano su tre associa l’arrivo della primavera al tormento delle allergie respiratorie che si manifestano con starnuti, naso che cola, occhi irritati. “Ma convivere con le allergie senza soffrire, fino a guarirne definitivamente, è possibile grazie alla terapia integrata. Questa permette anche di personalizzare le cure scalando gradualmente i farmaci, se la situazione lo consente”, afferma Ginevra Menghi, allergologa e immunologa clinica, esperta di terapie naturali a Roma presso il centro Studioallergologico.

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Un italiano su tre soffre di allergie respiratorie © Ingimage

Allergie, per prima cosa serve una diagnosi precisa

Come si procede? “La cosa più importante è arrivare presto a una diagnosi precisa. Si inizia un iter diagnostico specifico, con la visita dallo specialista, gli esami strumentali (spirometria e altri) e i test allergologici Prick e Rast che identificano gli agenti responsabili dei disturbi” spiega l’allergologa. “A questo punto si può impostare una terapia personalizzata che può prevedere, accanto ai farmaci classici, integratori fitoterapici, low dose medicine e probiotici” prosegue l’esperta. “I vantaggi sono tanti: i sintomi si riducono, gli attacchi si distanziano e, se si usano cortisonici o antistaminici solo al bisogno, i loro effetti tossici sono contenuti”. “Una diagnosi tempestiva evita inoltre l’evoluzione negativa dell’allergia” continua Ginevra Menghi. “Riniti allergiche trascurate, o mascherate da sinusiti e otiti invernali, infatti, possono condurre all’asma, mentre l’allergia respiratoria a un solo polline potrebbe trasformarsi in poliallergia. Si diventa ipersensibili a pollini di piante diverse, oltre magari agli acari o al pelo di animali. Sono tutte situazioni in cui le cure si fanno più complesse”.

Come si distingue l’allergia dalla Covid-19

Si può diventare allergici a qualunque età (spesso dopo la menopausa quando l’organismo cerca un nuovo assetto ormonale). Ma, di fronte a un raffreddore persistente, per esempio, una persona che non ha mai sofferto di allergie può chiedersi se è stata contagiata dal virus della Covid-19. “I sintomi sono simili, ma ci sono delle differenze importanti di cui è bene tenere conto” spiega la specialista. “Le riniti e congiuntiviti dell’allergico danno prurito locale, mentre nella Covid-19 questo sintomo è assente. Nell’infezione da Sars-CoV2 sono presenti di solito febbre e dolori muscolari che gli allergici non presentano. L’anosmia (olfatto e gusto diminuiti o assenti) sono presenti in entrambi i casi, ma il fenomeno compare improvvisamente con la Covid-19, mentre è graduale nell’allergico”. Le persone allergiche non rischiano più delle altre di contrarre la Covid-19. “Gli asmatici, tuttavia, devono fare particolare attenzione perché sono maggiormente a rischio di forme polmonari” puntualizza Ginevra Menghi. “In ogni caso è importante tenere sotto controllo la malattia allergica, dato che l’apparato respiratorio è più fragile”.

Terapie personalizzate per le allergie

Ma come curare le allergie naturalmente? Chi diventa sensibile ai pollini in questo periodo (sono intense le fioriture di graminacee, ambrosia, urticacee) potrà utilizzare un rimedio a base di mix di pollini estremamente diluiti secondo il metodo omeopatico. Privi di tossicità, aiutano il sistema immunitario a tenere sotto controllo i sintomi e a mitigare la reazione allergica. I prodotti suggeriti dall’allergologa sono Pollensì (5 granuli 2 volte a settimana) oppure Pollen Histamine 200 Plus (una capsula una volta alla settimana aumentando fino a 3-5 in fase acuta). Il disturbo non passa o si aggrava? Si può passare agli antistaminici da banco, cercando di non farne un’abitudine perché questi farmaci possono dare effetti collaterali fastidiosi, come sonnolenza e problemi digestivi. Tuttavia, di fronte a un’allergia che dura da anni, o a una poliallergia e all’asma, è indispensabile consultare uno specialista allergologo esperto di terapia integrata. In alternativa ci si può rivolgere al proprio allergologo e contemporaneamente anche a un omeopata (su www.siomi.it i nominativi in tutta Italia). Questi potrà affiancare lo specialista di fiducia aiutando a destreggiarsi tra le cure convenzionali e quelle dolci.

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I ceppi di probiotici bifidobatteri ed enterococchi hanno un’azione antiallergica in adulti e bambini © Ingimage

Piante e probiotici: risultati promettenti

Lo specialista allergologo che pratica la medicina integrata esaminerà tutte le possibilità terapeutiche che applicherà a seconda dei casi. “Quando imperversano i pollini, per esempio, si possono ‘rinforzare’ le cure omeopatiche con alcuni estratti di piante antinfiammatorie come perilla, scutellaria e ribes nero” spiega l’allergologa. “Una nuova e interessante possibilità è offerta dai probiotici che, come dimostrano diversi studi, sono in grado di mediare la produzione di citochine responsabili dell’infiammazione allergica. Tra i numerosi ceppi di probiotici quelli più interessanti sotto questo profilo sono i bifidobatteri e gli enterococchi: hanno un’azione antiallergica in adulti e bambini”. A proposito di bambini, un recentissimo studio realizzato presso il Dipartimento di pediatria, divisione di allergologia dell’università La Sapienza di Roma su 250 bambini trattati con questi probiotici ha dato risultati molto positivi. In soli tre mesi ha ridotto del 61 per cento i sintomi della rinite allergica, al punto che metà dei piccoli non ha più avuto bisogno di antistaminici e cortisonici.

La nuova low dose medicine

La medicina integrata, insomma, ha diverse frecce nel suo arco. E offre soluzioni anche nel caso frequente della poliallergia dove la medicina classica può contare solo su rimedi sintomatici come antistaminici e cortisonici (il cosiddetto vaccino, o immunoterapia specifica, si può praticare solo nelle allergie singole). Una novità recente è la low dose medicine, medicina dei bassi dosaggi, un campo di ricerca che ha portato in farmacia una classe di farmaci formulati con dosi infinitesimali di molecole biologiche come citochine e neuromodulatori. “Nel caso delle allergie respiratorie si ricorre a bassi dosaggi di citochine, le biomolecole che intervengono nell’infiammazione”, spiega Ginevra Menghi. “Queste stimolano dolcemente il sistema immunitario a recuperare l’equilibrio: i sintomi sono più lievi e le crisi durano meno. I cicli terapeutici si basano su citochine (interferone gamma e interleuchina 12) in gocce sublinguali a partire da almeno due mesi prima che scoppi l’allergia, meglio ancora se ripetute nel corso dell’anno”.

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