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È un luogo suggestivo, a pochi minuti dal centro di Bergamo, nel quartiere di Longuelo, un monastero del 1070 circa fondato dai monaci vallambrosiani: l’ex monastero di Astino è tornato a splendere grazie a un restauro datato 2015 e oggi è anche sede di importanti mostre. Fino a fine mese c’è la possibilità di visitare tutto il
È un luogo suggestivo, a pochi minuti dal centro di Bergamo, nel quartiere di Longuelo, un monastero del 1070 circa fondato dai monaci vallambrosiani: l’ex monastero di Astino è tornato a splendere grazie a un restauro datato 2015 e oggi è anche sede di importanti mostre. Fino a fine mese c’è la possibilità di visitare tutto il complesso e nel contempo ammirare gli scatti di Luigi Ghirri, grande fotografo italiano.
“Luigi Ghirri. Pensiero Paesaggio” questo il titolo della mostra ad Astino fino al 31 agosto: oltre 40 scatti, soprattutto vintage prints e project prints che appaiono insoliti e magnifici.
Lo sguardo di Ghirri ci mostra la presenza umana, quasi sempre di spalle, o sfuggente, quasi a sostituirsi al suo autore, pronto a cambiare i punti di vista. Il fotografo emiliano è un artista poliedrico, un insegnante, un curatore, che ha scelto di guardare la realtà attraverso la fotografia e pensarla attraverso l’immagine per poi scriverla attraverso le parole.
Il tema portante della mostra di Astino è il paesaggio, da sempre fulcro del lavoro di Ghirri: un paesaggio che non è quello che viene normalmente percepito bensì quello che si suppone nascosto. E Astino – luogo scelto non casualmente per questa personale dell’artista scomparso – rappresenta la sintesi di tutto questo.
Un paesaggio di interni di abitazioni, luoghi di lavoro, ma anche paesaggio esterno, della campagna e delle città, delle grandi architetture urbane.
Astino è un luogo quasi sospeso dove scoprire anche la Chiesa del Santo Sepolcro, proprio accanto al monastero, il meraviglioso chiostro interno, il giardino panoramico e le cantine dove si possono degustare vini, birre artigianali e taglieri, accanto alle gigantesche botti storiche.
La Val d’Astino è chiamata la Valle della biodiversità, qui si trova la sezione distaccata dell’Orto botanico Lorenzo Rota di Bergamo alta, un’opera unica in Europa inaugurata in occasione di Expo Milano 2015, che in 9mila metri quadri di superficie ospita circa 300 specie differenti di piante e le loro 1500 varietà.
Astino è anche luogo di agricoltura biologica, con coltivazioni che coprono un’area di 26 ettari e altri 40 di boschi, dove sono state recuperate antiche colture locali: dall’olio extravergine estratto dalla Sbresa, un’antica varietà bergamasca d’ulivo, a piante aromatiche e officinali, a uva spina, ribes, mirtilli e lamponi, ad alberi da frutto, mais e grani antichi.
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