
L’obiettivo è vietare il commercio interno di parti di pangolino, il mammifero selvatico più trafficato al mondo.
Una gigantesca colonia di pesci ghiaccio di Giona è stata individuata nel mare di Weddell, in Antartide. Si tratta di una scoperta unica nel suo genere.
A circa 500 metri al di sotto del ghiaccio che ricopre gran parte del mare di Weddell, lungo le coste antartiche, un’imponente colonia di pesci ghiaccio di Giona (Neopagetopsis ionah) ha stabilito un nuovo record.
La scoperta è del biologo marino Autun Purser che, insieme alla sua squadra, si è occupato di studiare i legami chimici tra le acque superficiali e il fondale marino a bordo di una rompighiaccio tedesca, il Polarstern, con l’obiettivo di rilevare la vita presente sul fondale grazie all’impiego di una telecamera speciale. Sotto la piattaforma di Filchner – una piattaforma di ghiaccio nel mare di Weddell – sono comparsi sulla telecamera dei nidi circolari che appartenevano proprio al pesce ghiaccio di Giona. Nido dopo nido, i ricercatori hanno continuato a riprendere queste formazioni, un’enorme nursery che si espandeva sotto i loro piedi. Chilometro dopo chilometro, proseguendo nell’ispezione del fondale, i nidi non facevano che aumentare.
Il pesce ghiaccio di Giona appartiene alla famiglia dei cannictidi che, per riuscire a sopravvivere sui fondali antartici dove le temperature sono bassissime, hanno evoluto dei tratti molto particolari come, per esempio, quello di avere un sangue limpido, cioè senza globuli rossi e senza emoglobina, in modo tale da ridurne la viscosità. Non avendo più i “trasportatori di ossigeno”, gas che a basse temperature è molto più solubile e viene assorbito con facilità dal sangue, riducono il dispendio di energia da parte dell’organismo. Inoltre, non hanno le scaglie cutanee e possono quindi attuare la cosiddetta respirazione cutanea, scambiando gas direttamente con l’ambiente.
Altre specie di pesci creano delle colonie di riproduzione, nelle quali si contano anche centinaia di nidi; questa volta però si tratta di una cifra incredibile. Un record. La colonia dei pesci ghiaccio di Giona è diversi milioni di volte più grande di qualunque altra. I ricercatori hanno calcolato circa un nido ogni quattro metri quadrati, su un totale di 240 chilometri quadrati (il comune di Milano ha una superficie di 180 chilometri quadrati, per avere un’idea), contando in totale circa 60 milioni di nidi attivi. Il dato ancora più sorprendente è che ogni nido può contenere circa 1.700 uova.
Questa straordinaria scoperta, pubblicata sulla rivista Current Biology, ha fatto sorgere moltissime domande sui motivi di questa gigantesca riunione. Probabilmente, hanno affermato i ricercatori, è una zona con facile accesso al plancton; oppure la temperatura dell’acqua è leggermente più calda e quindi più favorevole. Sebbene non sia da escludere l’esistenza di altre colonie più piccole, la scelta di riunirsi in una vastissima colonia, con il rischio di perdere individui a causa di eventuali alterazioni ambientali, potrebbe rendere estremamente vulnerabile la specie.
Una nuova luce è stata fatta sui fondali oceanici antartici, aprendo così diverse porte di ricerca dalle reti trofiche alla protezione ambientale. Staremo a vedere gli ulteriori sviluppi della vicenda.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’obiettivo è vietare il commercio interno di parti di pangolino, il mammifero selvatico più trafficato al mondo.
Negli ultimi 50 anni le popolazioni di farfalle nel Regno Unito hanno registrato cali demografici, il 2024 è stato il peggiore. Gli scienziati chiedono di non tagliare l’erba dei giardini per aiutare il loro ritorno.
Cosa c’è dietro alla nascita di tre cuccioli di metalupi, una specie di lupo del Nordamerica estinta oltre diecimila anni fa?
Inaugurato il Biodiversity Lab®, il progetto di E.ON Italia e di Rete Clima che punta a salvaguardare la biodiversità e gli ecosistemi locali.
La mancanza di dati ufficiali è un problema per il controllo del mercato legale di animali, soprattutto per le catture di quelli selvatici.
Il Crea ha scoperto in Calabria una specie mai trovata prima, importantissima per la biodiversità. E l’ha dedicata al giovane ricercatore friulano.
Una storia di scarsa conoscenza delle leggi nazionali, totale impunità per i reati di bracconaggio e l’evidente aumento del turismo venatorio internazionale.
Le specie aliene rappresentano una minaccia per la biodiversità globale. Alcune però sono a loro volta in pericolo di estinzione nelle aree da cui provengono. Un paradosso conservazionistico. È giusto proteggerle?
L’innovativa idea di utilizzare le api come deterrente naturale sta migliorando il rapporto tra gli agricoltori e gli elefanti, riducendo anche i conflitti.