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Uno studio americano rivela che negli animali trattati con antibiotici le emissioni di metano legate agli escrementi sono nettamente più alte.
L’uso disinvolto di antibiotici può provocare non soltanto la proliferazione di batteri super-resistenti, capaci di sopravvivere anche alle cure farmacologiche di ultima generazione, ma anche risultare estremamente dannoso per l’ambiente. A spiegarlo è uno studio pubblicato il 25 maggio dalla rivista inglese “Proceedings of the Royal Society B”, che per la prima volta mostra un legame diretto tra la somministrazione di antibiotici negli allevamenti e le emissioni di gas ad effetto serra.
Come noto, infatti, gli animali assumono grandi quantità di antibiotici: non solo in caso di malattia, ma anche come trattamenti preventivi qualora si presenti il rischio di contrarre batteri patogeni. In alcuni paesi, inoltre, i farmaci vengono somministrati perché in grado di aiutare il bestiame a prendere peso, accelerandone il processo di crescita.
Tobin Hammer, ricercatore dell’università del Colorado è però andato oltre, domandandosi se esistano o meno ricadute nascoste per gli ecosistemi circostanti e per il clima. Nel primo caso, sono state analizzate le modifiche che intervengono a causa degli antibiotici negli escrementi degli animali, e le conseguenze che possono derivare su alcuni insetti coprofagi. Nel secondo caso, sono state esaminate le quantità di gas ad effetto serra emesse dagli animali stessi.
L’esperimento è stato condotto su una decina di ruminanti, a cinque dei quali – per tre giorni – è stato somministrato un antibiotico a base di tetraciclina. I risultati hanno portato due indicazioni: la prima, rassicurante, è che i coleotteri che si nutrono di escrementi nei quali sono presenti residui di antibiotici non sembrano soffrirne. La seconda, inquietante, è che la quantità di metano emesso dalle feci dei ruminanti risulta 1,8 volte maggiore rispetto a quella rilasciata dal gruppo di controllo.
“Riscontrare un tale aumento – ha spiegato Hammer al New Scientist – è stato soprendente anche per noi. Crediamo che il trattamento a base di antibiotici, riducendo il numero di batteri presenti negli intestini, possa favorire la presenza di altri organismi unicellulari metanogeni”.
Gli stessi ricercatori ammettono che occorrerà ripetere lo studio su campioni numericamente più ampi. Sarà inoltre necessario verificare le reazioni ad altri prodotti antibiotici. Tuttavia, la ricerca indica una nuova correlazione tra i metodi di allevamento (soprattutto intensivo) e i cambiamenti climatici. In un settore la cui impronta ecologica è già devastante per il pianeta.
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