Tra gli ortaggi di primavera, i ravanelli spiccano per le peculiarità organolettiche e le proprietà sorprendenti. Vediamo perché fanno bene e come proporli a tavola.
Arancia, spicchi di sole sulla tavola d’inverno
Fonte di antiossidanti, l’arancia contrasta i radicali liberi, rende più forte il sistema immunitario e più attivo il metabolismo.
Tra tutti gli agrumi è l’arancia la protagonista della tavola d’inverno: il suo aroma evoca l’atmosfera intima dei mesi più freddi e, contemporaneamente, il sole del Sud e il clima mite delle terre vicine al mare. E’ proprio vicino al Mediterraneo che l’albero di arancio cresce, dove le temperature non sono mai troppo rigide e la luce è tanta.
Le specie coltivate sono due: la citrus aurantium, l’arancio amaro, i cui frutti interi sono ottimi canditi con zucchero e miele e la cui polpa si usa nelle marmellate, e la citrus sinensis, l’arancio dolce, i cui frutti si mangiano a spicchi o spremuti. L’arancio dolce si distingue in diverse varietà che fanno capo a due grandi famiglie, le bionde e le pigmentate, a seconda del colore della polpa, della grandezza del frutto e della sua dolcezza.
Nota fonte di vitamina C (un frutto al giorno rilascia all’organismo praticamente l’intero fabbisogno giornaliero), l’arancia è anche ricca di vitamina A, calcio e potassio. La sua scorza (flavedo) è ricca di betacarotene e vitamina E, ma anche di preziose essenze aromatiche che, grazie all’alto contenuto di terpeni, regolano la produzione del colesterolo, proteggono dall’aggressione degli agenti tumorali, calmano il cuore e combattono l’insonnia. Anche la parte bianca sotto la buccia (albedo) stupisce per le sue proprietà: la presenza di vitamina P (rutina) facilita il buon assorbimento della vitamina C, che a sua volta fissa il calcio nelle ossa.
Nell’arancia, le componenti che lavorano in sinergia, potenziandosi, sono numerose: il succo d’arancia fresco si è dimostrato in laboratorio molto più efficace della vitamina C isolata nella prevenzione del cancro allo stomaco. Mangiarne almeno una al giorno potrebbe ridurre addirittura del 50 per cento i rischi di cancro alla bocca, alla laringe e allo stomaco. Uno studio condotto da esperti australiani ha scoperto che aggiungendo anche una sola arancia al giorno ad una dieta ricca di frutta e verdura si riduce del 20 per cento il rischio di infarto.
Le arance sono una miniera di antiossidanti: sono stati contati oltre 170 elementi chimici naturali, tra cui circa 60 flavonoidi che hanno proprietà antiinfiammatorie, capaci anche di contrastare la formazione di placche aterosclerotiche.
La varietà più apprezzata è quella delle pigmentate, le arance rosse: sono maggiormente ricche di sapore e di principi nutritivi e contengono il doppio della vitamina C delle altre arance. Ne fanno parte le Tarocco, le Moro e le Sanguinello, crescono in Sicilia e si riconoscono per la polpa sanguigna. I pigmenti (antocianine) che le colorano di rosso sono antagonisti dei radicali liberi. Studi condotti sulle arance rosse Moro hanno dimostrato che l’assunzione quotidiana per otto settimane porta ad un’importante attività a livello metabolico con riduzione di colesterolo totale, pressione arteriosa e resistenza insulinica.
Un altro studio, ha dimostrato che i composti attivi contenuti nel succo Moro possono essere utilizzati nella gestione del peso e nella prevenzione dell’obesità. L’estratto del succo di arancia Moro ha evidenziato un’azione diretta su circonferenza addominale e fianchi.
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