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L’amore per le piante e per il mondo vegetale, per la natura e la sua dolcezza. Angelo Naj Oleari racconta in un libro la sua idea di armonia selvatica.
Sdraiarsi in un prato, osservare i colori dei fiori e stupirsi per la bellezza delle loro forme. Sentire il calore del sole sulla testa, lasciarsi accarezzare dal vento. Ci si rende conto che la natura sa essere un vero miracolo di cura e bellezza, se solo ci fermiamo insieme a lei, in silenzio.
In queste pagine, piene di ricordi, sentimenti, passione, Angelo Naj Oleari parte dalla sua infanzia per mostrare il suo legame unico con le piante e restituisce al lettore un forte senso di armonia: racconta la sua vita di uomo, di artista, di imprenditore, di ricercatore visionario, facendo vedere come le piante lo abbiano sempre accolto, protetto, formato. Il suo nome e le sue vicende professionali sono note: fa parte della famiglia che lanciò l’omonima azienda tessile che ha visto il massimo successo negli anni Ottanta e Novanta ed è colui che nel 1975 diede vita al Centro Botanico, centro nevralgico di ricerche, esposizioni, prodotti naturali, punto di riferimento per amanti della natura e del mangiar sano.
Ripercorrendo le tappe salienti della sua esistenza, l’autore passa tra l’etica, l’agricoltura e l’alimentazione, e invoca una visione di armonia globale, che si oppone alla violenza della monocultura che “snatura e depaupera le piante”. Quello che Naj Oleari propone è invece un modello di coltivazione che si affida all’agricoltura selvatica: “agricoltura selvatica significa intervenire, integrando il nostro progetto a quello naturale. Correlare le nostre idee produttive all’evoluzione, accogliendo ciò che ogni stagione e il susseguirsi degli anni apportano e tolgono. Partecipare magicamente alla formazione di un paesaggio intensamente felice”.
Questo piccolo racconto-saggio è un invito ad essere felici, armoniosi, a sentire i colori e i profumi dei prati, le linee delle foglie, esorta a “sentire senza imporre, osservare per capire, conoscere per condividere” e fa venir voglia di stupirsi.
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