Aung San Suu Kyi è stata trasferita ai domiciliari a causa del caldo torrido

Dopo tre anni di carcerazione, Aung San Suu Kyi è stata trasferita ai domiciliari a causa del caldo torrido che sta colpendo il Myanmar.

  • Aung San Suu Kyi è stata condannata a 33 anni per corruzione in un processo di natura politica.
  • L’anno scorso aveva ottenuto una grazia parziale dalla giunta militare, che aveva ridotto le incriminazioni.
  • Ora l’esercito ha trasferito ai domiciliari Aung San Suu Kyi e altri prigionieri anziani a causa del caldo estremo.

Aung San Suu Kyi, ex leader del Myanmar in carcere dal 2021, è stata trasferita ai domiciliari. La notizia è stata diffusa dalla giunta militare che ha preso il potere con un colpo di stato quell’anno e fa parte di un più ampio piano di alleggerimento delle pene a causa del caldo intenso che sta colpendo il paese. Già l’estate scorsa Aung San Suu Kyi, accusata di corruzione in quello che gli osservatori indipendenti internazionali hanno definito un’incriminazione di natura politica, aveva ottenuto la grazia parziale.

La prigionia di Aung San Suu Kyi

Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, dal 2016 guidava il governo del Myanmar. Nel 2021 l’esercito ha rovesciato il governo, inaugurando una stagione molto difficile per il paese dal punto di vista politico, economico e sociale.

Le manifestazioni per la democrazia sono state represse con il sangue. Il bilancio del primo anno di regime militare è stato di 1.500 morti e quasi 9mila arresti. E tra le persone arrestate c’è stata anche la leader birmana. La donna è stata accusata di aver importato illegalmente walkie-talkie, di frode elettorale, ma anche di violazione delle norme sul coronavirus. Accuse giudicate illegittime dagli osservatori internazionali e dalle organizzazioni non governative, così come non democratici sono stati giudicati i processi a suo carico che hanno portato a una condanna complessiva di 33 anni.

Grazia parziale e domiciliari

Ogni anno, in occasione della Quaresima buddista, le autorità del Myanmar concedono l’amnistia a migliaia di prigionieri. L’anno scorso anche Aung San Suu Kyi aveva beneficiato della festività, ottenendo una grazia parziale dalle sue incriminazioni. La giunta militare aveva infatti fatto cadere sei delle 19 accuse a suo carico.

Ora c’è stata una nuova svolta nella situazione giudiziaria dell’ex leader birmana. Il generale dell’esercito Zaw Min Tun ha annunciato infatti che a causa del caldo torrido che ha investito il Myanmar, con temperature che stanno toccando i quaranta gradi, i detenuti in condizioni di salute precaria sono stati scarcerati e sottoposti agli arresti domiciliari. Una decisione che ha riguardato anche l’ex leader del Myanmar, che ha 78 anni e la cui situazione sanitaria si è deteriorata dopo tre anni di carcerazione molto difficili.

“Dato che il clima è estremamente caldo, non è solo per Aung San Suu Kyi… Per tutti coloro che necessitano delle precauzioni necessarie, in particolare i prigionieri anziani, stiamo lavorando per proteggerli dai colpi di calore”, ha sottolineato il generale Zaw Min Tun. Ai domiciliari è stato trasferito anche Win Myint, presidente del Myanmar dal 2018 al 2021. Altri 3.300 detenuti sono stati scarcerati per la festività di Thingyan, in corso proprio in questi giorni.

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