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Studi scientifici attestano il collegamento tra il rumore prodotto dai sonar e le morti di cetacei marini. Quando balene, delfini o altri mammiferi marini si arenano sulle spiagge…
Secondo due ricerche la causa indiretta della morte di decine di
balene, delfini e altri cetacei spiaggiati potrebbe essere
l’esposizione a determinati tipi di sonar usati durante le manovre
militari. Un sottofondo così rumoroso da provocarne lo spiaggiamento.
La prima è apparsa sulla rivista Nature. Un gruppo di
studiosi, guidati da Paul Jepson dell’Institute of Zoology di
Londra, ha collegato la morte di 14 balene, avvenuta lo scorso anno
presso le isole Canarie, alle esercitazioni navali della marina
militare spagnola. Il rumore prodotto dai sonar avrebbe spaventato
gli animali che sarebbero tornati a galla troppo velocemente,
rendendoli vulnerabili all’embolia. Il fenomeno si verifica quando
una persona immersa risale alla superficie troppo velocemente. Lo
sbalzo di pressione troppo rapido provoca la formazione di
bollicine di ossigeno nel sangue che possono scoppiare provocando
lesioni letali. Secondo i ricercatori, la stessa patologia potrebbe
colpire anche i cetacei.
La seconda è la relazione del biologo statunitense Kenneth Balcomb che
ha stabilito che gli animali si sono arenati a causa del disturbo
provocato da trasmissioni radar provenienti dalle navi militari che
si esercitavano nei dintorni. L’allarme è stato lanciato da
Kenneth Balcomb, capo del Center for Whale Research a Friday
Harbor, che con l’aiuto di volontari dell’Earthwatch Institute di
Boston, ha dovuto soccorrere circa sedici esemplari di balene e un
delfino. Al momento dell’autopsia i biologi hanno trovato tracce di
emorragie intorno alle ossa del sistema cerebrale e uditivo.
Secondo Balcomb sia le frequenze medie che quelle basse possono
provocare effetti di risonanza nelle cavità piene d’aria
delle balene.
Questa ricerca ha rafforzato la posizione degli scienziati che si
oppongono alle proposte di legge che giacciono presso il parlamento
nord americano e che mirano a rendere più semplice
l’ottenimento dei permessi per fare esperimenti rumorosi negli
oceani e ad esentare la marina militare Usa dalla regolamentazione
del Marine Mammal Protection Act (Mmpa) del 1972.
Ricordiamo che lo strumento incriminato è un sonar attivo:
uno strumento che diversamente dal sonar passivo, che “ascoltava” i
rumori di una nave o di un sub per localizzarlo, emette una
massiccia serie di onde sonore per lo stesso scopo.
Per l’uomo, un suono di 85 dB causa un danno permanente
all’orecchio e un suono di 125 dB causa dolori.
Tomaso Scotti
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