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Basquiat a Milano, l’artista maledetto in mostra al Mudec
Arriva la mostra di Jean-Michel Basquiat a Milano: al Mudec dal 28 ottobre le opere dell’artista statunitense, esponente del graffitismo americano e della pop art.
Le opere di Jean-Michel Basquiat, iconico artista statunitense degli anni 80, saranno esposte a Milano al Mudec, Museo delle culture, dal 28 ottobre al 26 febbraio: un’ottima occasione per vedere e giudicare i “quadri” di un pittore più famoso per la sua storia, che per la sua arte.
Chi era Jean-Michel Basquiat
Newyorkese, nato nel 1960, Basquiat incontra l’arte sin da piccolissimo: pare che la madre lo accompagnasse spesso al Brooklyn museum, al Metropolitan e al Museum of modern art di New York, tanto che lo stesso artista, in età adulta, definì Brooklyn uno dei luoghi a cui rimase più legato. Geniale a suo modo, Basquiat parlava tre lingue e visse in tenera età esperienze che lo segnarono profondamente: venne investito e quindi operato a soli otto anni e durante la lunga degenza in ospedale la madre lo “intrattenne” con un testo di anatomia – Gray’s Anatomy di Henry Gray– che successivamente riportò nelle sue opere in molti elementi anatomici.
Al divorzio dei genitori scappò di casa e a soli 17 insieme ad Al Diaz cominciò a fare graffiti con il nome di Samo – Same old shit (sempre la stessa merda). Ma è solo quando per caso incontrò Andy Warhol e poi Keith Haring che riuscì a entrare nel giro giusto che lo portò a far parte della factory della Pop art, capace di renderlo famoso anche agli occhi del grande pubblico e di portare le sue opere dai muri della città alle più note gallerie newyorkesi e internazionali.
La carriera e il successo di Basquiat crebbero rapidamente così come i suoi problemi con la droga. Il disagio psichico che ne seguì, dette vita a opere che incontrarono sempre meno il favore dei critici che cominciarono a considerare l’articolo solo come una mascotte di Wharol. Il tracollo di Basquiat avenne proprio alla morte dell’amico Warhol e, poco dopo, a soli 27 anni morì per un’overdose di eroina. Considerato un genio prematuro, “il James Dean dell’arte moderna“, Basquiat è ricordato soprattutto per la sua storia da film e le sue frequentazioni (Warhol, Haring, Madonna), ma spesso viene tralasciato quale siano davvero la sua arte, le sue peculiarità, il suo stile, nuovo.
Le opere di Basquiat a Milano
Sono oltre 100 i lavori selezionati per la retrospettiva che aprirà il 28 ottobre al Mudec di Milano, provenienti per la maggior parte dalla collezione di Yosef Mugrabia. Rappresentano la produzione artistica di Basquiat dal 1980 al 1987: opere caratterizzate dall’uso di materiali poveri e da un segno grafico inconfondibile, pieno di rabbia. Saranno individuabili chiaramente le caratteristiche che hanno reso Basquiat e il suo tratto unici: per esempio l’utilizzo delle parole, inserite nei suoi dipinti come parte integrante, ma anche come sfondo, cancellate, a volte anche per attrarre l’attenzione dello spettatore.
Accanto alle opere di grandi dimensioni, in mostra troveranno spazio anche alcuni lavori frutto della collaborazione con l’amico Warhol e una serie di piatti di ceramica nei quali, con ironia, Basquiat ritrae personaggi e artisti. Il percorso della mostra intende far comprendere e approfondire alcune delle tematiche care all’artista e ricorrenti nelle sua opere quali le radici afro-americane, la musica e il jazz, il desiderio di fama e riconoscimento, lo sport e la fragilità umana che traspare da molti dei suoi autoritratti.
Proprio per questi temi, la mostra s’inserisce perfettamente nel percorso culturale che mette in relazione le collezioni etnografiche del Museo e la cosiddetta “arte primitiva” con i principali movimenti artistici del nostro secolo.
Il biglietto costa 12 euro e l’esposizione sarà aperta tutti i giorni dalle 9:30 alle 19:30, giovedì e sabato sino alle 22:30. Lunedì mattina il Mudec rimane chiuso.
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