Bike sharing in Italia, un viaggio nelle città amiche della bicicletta

Bike sharing e città sono un binomio vincente quando le amministrazioni puntano con impegno e costanza nel rafforzamento della mobilità sostenibile e intermodale nelle realtà urbane. In questi anni il servizio di condivisione di biciclette è progressivamente aumentato nelle principali città italiane, non sempre con il successo che si aspettava ma riuscendo comunque a cambiare

Bike sharing e città sono un binomio vincente quando le amministrazioni puntano con impegno e costanza nel rafforzamento della mobilità sostenibile e intermodale nelle realtà urbane. In questi anni il servizio di condivisione di biciclette è progressivamente aumentato nelle principali città italiane, non sempre con il successo che si aspettava ma riuscendo comunque a cambiare le abitudini delle persone.

 

In alcuni casi la volontà di un servizio di bike sharing nel 2016 sempre più ricco ha portato dall’acquisto di biciclette tradizionali a bici a pedalata assistita, fino al primo caso italiano di bike sharing per bambini realizzato a Milano da BikeMi. Il Mezzogiorno fa più fatica a portare avanti i sistemi di bike sharing rispetto al resto d’Italia. In particolare le regioni in cui si rileva una maggiore presenza del bike sharing sono Emilia Romagna, Piemonte, Veneto, Lombardia. Ecco tutti i dati del bike sharing in Italia nel 2016.

 

bike sharing napoli
Screenshot da un video promozionale del Bike sharing dell’associazione Cleanap.

Milano

Su Google scrivendo ‘bike sharing’ la prima pagina è dedicata a BikeMi, quello di Milano. In Italia ogni diecimila abitanti ci sono circa cinque biciclette in condivisione ma a Milano nel 2013 ne risultano 26, a Bergamo 21, a Brescia e Lodi 20,9. BikeMi è aperto 365 giorni all’anno, dalle sette all’una e valido dai sedici anni in poi. I milanesi dispongono di 3.650 bici tradizionali e 1000 bici a pedalata assistita. I primi 30 minuti sono gratis per un utilizzo massimo di due ore. BikeMi è il primo sistema al mondo di bike sharing integrato, con a disposizione sia mezzi tradizionali che elettrici. Le bici condivise hanno tre marce e illuminazione automatica; le bici elettriche sono dotate di freni anteriori a disco. C’è poi Junior BikeMi è il primo bike sharing integrato al mondo dedicato ai bambini, che possono pedalare solo mettendo il caschetto dato in dotazione.

 

Roma

La capitale non ha attualmente un sistema di bike sharing funzionante dopo due tentativi con esiti negativi. Questo nonostante ci sia una richiesta: nel Parco dell’Appia Antica ci sono 30 bici acquistate da attivisti e associazioni del parco della Caffarella. Grazie a Clear Channel, che gestisce anche Milano e Verona, dovrebbe tornare il bike sharing anche nella Capitale: in totale 80 stazioni e  800 biciclette, di cui due a pedalata assistita.  L’accordo tra l’Associazione Imprese Pubblicità Esterne e Clear Channel prevede il finanziamento del progetto tramite le entrate pubblicitarie.

 

Napoli

Grazie alla vittoria del bando “Smart Cities and Communities and Social Innovation” del ministero dell’Istruzione Napoli ha avuto un bike sharing attivo fino al 30 settembre 2015. L’associazione Cleanap, costituita da giovani sotto i trenta anni, ha potuto così gestire dieci stazioni e cento biciclette, garantendo fino a trenta minuti di utilizzo gratuito dalle 7 alle 22 tutti i giorni.
Più di 14000 persone si sono iscritte al bike sharing, con 51000 sessioni e un tempo di utilizzo che ha permesso ai napoletani di pedalare l’equivalente del giro del mondo per tre volte.

 

Bari

Il capoluogo pugliese sta facendo passi avanti anche con la nascita di un bike sharing innovativo che non ha bisogno di stazioni. Bari può contare, per quanto riguarda il bike sharing tradizionale, di 22 stazioni e 230 biciclette. L’abbonamento annuale costadieci  euro (cinque per chi ha anche l’abbonamento del trasporto pubblico). La prima ora è gratis, la seconda 50 centesimi, dalla terza si paga un euro.

 

Bologna

In Emilia Romagna è noto l’alto tasso di persone che si muovono in bicicletta. Per usufruire del bike sharing bolognese basta avere la chiave che si ottiene versando una cauzione di dieci euro e si può prelevare la bici, il cui uso è gratuito. Bolonga conta 216 biciclette distribuite in 22 postazioni attive dalle 6 alle 23.

 

Brescia

Brescia risulta una delle città meglio attrezzate, in rapporto agli abitanti, per quanto riguarda il bike sharing. Ci sono 69 stazioni con 696 bici, più di 17000 abbonati che hanno evitato di emettere 1,5 milioni di chilogrammi di Co2 utilizzando la bici anziché l’auto. Con soli 2€ pagabili attraverso carta di credito e una cauzione che viene poi sbloccata una volta riconsegnata la bicicletta è possibile utilizzare il servizio per 8 ore senza limiti al numero di viaggi in bicicletta.

 

Firenze

Nella città capoluogo della Toscana si può usufruire di un abbonamento mensile di 22 euro, con cui utilizzare una delle 225 biciclette presenti nelle sei stazioni disponibili. Altrimenti c’è il biglietto per un giorno a tre euro o per un’ora a un euro per chi abita in provincia di Firenze o abbonati Trenitalia/Ataf. Per gli altri i costi sono rispettivamente 10 euro e due euro, in aggiunta l’opzione per cinque ore a cinque euro.

 

Palermo

L’azienda che propone il bike sharing fa anche car sharing, prima integrazione di questo tipo in Italia. Una tessera da 10 euro valida sia per le auto che le bici in condivisione. Permette di raggiungere 37 cicloposteggi, di cui sette hanno pensiline fotovoltaiche, e prelevare una delle 400 bici tradizionali o delle venti a pedalata assistita. L’orario è stagionale: da maggio a settembre h 7-24, ottobre-arile h 7-22.30.

 

Parma e Reggio Emilia

Il servizio Mi Muovo comprende varie città dell’Emilia Romagna, riuscendo a creare un ecosistema di bike sharing di tipo extraurbano e provinciale. Si tratta di un servizio integrato che attraverso una tessera permette di usufruire del trasporto pubblico regionale. Le città interessate sono Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Scandiano, Modena, S. Lazzaro di Savena (Bo), S. Giovanni in Persiceto (Bo), Ferrara, Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini.
In quest’area sono disseminate 77 stazioni da cui è possibile prendere 1550 dalle ore 6 alle 24. Finora 136000 viaggi hanno permesso di percorrere 526000 chilometri e di risparmiare circa 80000 chilogrammi di Co2.

 

Trento e provincia

Nel trentino è stato individuato un modello provinciale, in sintonia con l’autonomia di Trento. Attive 33 stazioni: 12 a Trento, 14 a Rovereto e 7 a Pergine Valsugana, dedicate anche alla ricarica per le biciclette elettriche. In totale ci sono 216 biciclette, a Trento 65 city bike e 32 con pedalata assistita. prenotabili con un abbonamento di 15 euro anno,

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