Brasile. L’ex presidente Jair Bolsonaro condannato a 27 anni di carcere

La Corte suprema del Brasile ha condannato Bolsonaro per il tentativo di colpo di stato del 2022. È la prima condanna di questo tipo nella storia del paese.

L’ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, è stato condannato a 27 anni e tre mesi di carcere. La sentenza è stata pronunciata dalla Corte suprema brasiliana, che lo ha riconosciuto colpevole del tentativo di colpo di stato del 2022 assieme ad altri sette suoi collaboratori. L’ex presidente di estrema destra è stato condannato anche per il tentativo di abolire lo stato di diritto con la violenza e  per essere a capo di un’organizzazione criminale volta a imporre una dittatura nel paese.

È la prima volta che un ex presidente del Brasile viene condannato per un tentativo di colpo di stato, nonostante il paese abbia una storia contemporanea ricca di episodi simili. Bolsonaro ha annunciato che farà ricorso, nel frattempo resterà agli arresti domiciliari.

27 anni per Bolsonaro

Quattro giudici hanno votato a favore della condanna, uno contro. Quanto basta per raggiungere la maggioranza necessaria e decretare la condanna: 27 anni e tre mesi di carcere per Jair Bolsonaro. L’ex presidente del Brasile, il cui mandato è durato dal 2019 al 2022, è stato riconosciuto colpevole del tentativo di colpo di stato del 2022, avvenuto all’indomani della sconfitta alle elezioni contro l’attuale presidente Luiz Inácio Lula da Silva. 

Bolsonaro non aveva mai ammesso apertamente la sconfitta e non aveva partecipato alla cerimonia di insediamento del suo successore, denunciando brogli nel voto. L’ex presidente era stato accusato di aver elaborato insieme al suo entourage un piano per impedire la transizione di potere, decretando uno stato d’assedio che avrebbe giustificato l’intervento delle forze armate e il congelamento delle istituzioni democratiche. A gennaio 2023 una folla di sostenitori di Bolsonaro prese d’assalto i principali edifici del potere a Brasilia, un flashback di quanto successo negli Stati Uniti a Capitol Hill nel 2021 dopo la sconfitta alle elezioni di Donald Trump.

I giudici della Corte suprema hanno riconosciuto Bolsonaro colpevole anche del tentativo di abolire lo stato di diritto con la violenza e di essere stato a capo di un’organizzazione criminale che mirava a far sprofondare il Brasile nella dittatura. Tra le altre persone condannate ci sono sette suoi stretti collaboratori, tra cui il generale Walter Braga Netto, ex ministro della Difesa e della Casa Civile, l’ex comandante della Marina Almir Garnier e l’ex ministro della Giustizia, Anderson Torres.

Cresce la tensione sociale in Brasile

La pronuncia della Corte suprema brasiliana ha una valenza storica per il paese. Non era mai successo che un ex presidente e i suoi collaboratori venissero condannati per un tentativo di colpo di stato. 

Il processo e la successiva condanna hanno suscitato profonde polemiche sia a livello nazionale che internazionale. I sostenitori di Bolsonaro denunciano che la condanna sia un modo per estrometterlo dalle elezioni presidenziali del 2026, a cui avrebbe voluto candidarsi nonostante la sua interdizione dai pubblici uffici fino al 2030. L’orientamento progressista dei giudici della Corte suprema brasiliana ha poi rafforzato le accuse di una sentenza di tipo politico. In diverse piazze del Brasile ci sono state manifestazioni in solidarietà all’ex presidente, mentre dagli Stati Uniti il suo amico e alleato Donald Trump ha attaccato la magistratura brasiliana.

Bolsonaro ha annunciato che farà ricorso contro la pronuncia. Nel frattempo rimarrà agli arresti domiciliari.

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