Diritti umani

Brasile, è morto Konibu, l’ultimo sciamano della tribù amazzonica Akuntsu

All’età di circa ottanta anni è morto Konibu, leader e ultimo sciamano del popolo Akuntsu, simbolo di un mondo condannato all’estinzione.

Konibu era un tramite tra il mondo dei vivi e il mondo degli spiriti, con i quali si metteva in contatto bruciando foglie di tabacco, Konibu era l’ultimo sciamano del popolo Akuntsu e il suo rappresentante più anziano, guaritore di corpi e di anime. All’età di circa ottanta anni Konibu è morto, lasciando i pochi Akuntsu superstiti privi della loro guida.

 

Aramira Inuteia, la più giovane donna degli Akuntsu
Aramira Inuteia, la più giovane Akuntsu esistente, figlia di Konibu © Fiona Watson/Survival

 

Una tribù destinata a scomparire

Gli Akuntsu sono ormai prossimi all’estinzione, retaggio di un’epoca antica nella quale l’uomo conosceva il suo posto nel mondo e non si ergeva al di sopra della natura. Gli Akuntsu, cacciatori, raccoglitori e agricoltori, vivono da tempo immemore nella giungla brasiliana, ma oggi i loro antichi territori sono circondati da allevamenti di bestiame e piantagioni di soia. Con la morte dello sciamano i rappresentanti della tribù sono ormai solo quattro, tre donne e un uomo. Negli anni Settanta le terre degli Akuntsu, nelle quali fino ad allora riecheggiavano solo i canti striduli delle are scarlatte e degli altri animali e l’eterno scorrere del fiume, sono state invase da bulldozer, camion, motoseghe e veicoli di ogni sorta, giunti fin lì grazie alla costruzione di una superstrada. Da allora i membri della tribù hanno iniziato a scomparire, vittime di un vero e proprio genocidio, decimati dalle malattie portate dagli invasori e dalle violente ritorsioni degli allevatori di bestiame.

 

Konibu
Konibu, ultimo sciamano della tribù amazzonica degli Akuntsu, morto all’età di circa 80 anni © Lati Maraña/Survival

 

L’ultimo sciamano

Secondo le testimonianze Konibu, che lascia la moglie e la figlia Aramira Inuteia, la più giovane Akuntsu esistente, sarebbe morto pacificamente lo scorso 26 maggio, sdraiato nella amaca nella sua capanna. L’uomo possedeva una personalità magnetica e un innegabile carisma, ma era anche molto positivo, nonostante gli orrori a cui ha dovuto assistere e ai ripetuti tentativi di spazzare via la sua gente. “Era un uomo estroverso, sempre felice, a dispetto di tutte le atrocità che ha sofferto”, ha raccontato Altair Algayer, responsabile del Funai, il Dipartimento agli affari indigeni del governo brasiliano che protegge la terra degli Akuntsu.

 

Bestiame in Brasile
Con l’avanzare della distruzione della foresta, per far spazio agli allevamenti e ai campi coltivati, i gruppi di nativi incontattati sono stati costretti a cercare riparo in aree sempre più piccole e remote della foresta

 

Il compimento di un genocidio

Il genocidio degli Akuntsu è ormai prossimo al compimento, senza clamore né la condanna dell’opinione pubblica. Quando l’ultimo rappresentante di questa tribù amazzonica sarà scomparso l’umanità avrà perso una parte di essa, infinitesimale, certo, e che forse non ricordava neppure di avere, eppure importante, perché sapeva ancora parlare con gli spiriti e vivere nella foresta.

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