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Le creme, i gel e le altre formule con protagonista la calendula, potente estratto vegetale dalla proprietà emollienti, lenitive e cicatrizzanti, sono uno dei “fiori all’occhiello” della cosmesi naturale e biologica.
Luoghi, profumi e culture s’intrecciano sempre con maggior frequenza nell’immaginario cosmetico alla ricerca di stimoli autentici, di ricchezza sensoriale delle consistenze e di formule performanti. Ma, fin dall’antichità, ad attrarre l’attenzione dei formulatori cosmetici sono sempre state le parti più appariscenti, colorate e profumate del regno vegetale, vale a dire i petali dei fiori. Un’intuizione che col senno di poi si è rivelata profetica, poiché la moderna ricerca scientifica ha scoperto che proprio nei pigmenti che colorano i petali sono custoditi gli antociani, che sono tra i più potenti antiossidanti presenti in natura, attivi anche contro l’invecchiamento cutaneo. E più sono vibranti e accese le tonalità, soprattutto se le nuance sono quelle del giallo e del rosso (e del blu), più il fiore vanta proprietà (quasi) taumaturgiche. Facile comprendere, dunque, perché tra i fiori più utilizzati anche nella moderna cosmesi campeggino quelli dagli accesi toni del giallo-arancio della calendula (Calendula officinalis).
Il nome, tra l’altro, deriva dal termine latino “Calendae”, a sottolineare che, grazie all’estrema resilienza ed adattabilità (competenze che sono dovute a particolari molecole attive, come il faradiolo estere, che ha proprietà antiinfiammatorie, antimicrobiche e immunostimolanti), la calendula può fiorire agli inizi di molti mesi dell’anno, dalla primavera all’autunno inoltrato e pure oltre, se le condizioni climatiche lo permettono.
Originaria dell’aera mediterranea, ma diffusa in tutte le zone temperate del Pianeta, (si sono trovate tracce del suo utilizzo officinale, alimentare e cosmetico anche negli antichi testi delle civiltà greca, araba e indiana), la calendula appartiene alla famiglia delle Asteraceae, la stessa di altre magnifiche piante officinali, come il tarassaco, l’arnica, il cardo e il girasole. E proprio come quest’ultimo è soggetta all’eliotropismo positivo: il fiore segue il movimento giornaliero del sole, in modo di ricevere la luce diretta per il maggior numero di ore possibili. Tra le sue caratteristiche precipue spicca l’estrema versatilità. “In fitoterapia si utilizzano i capolini e le sommità fiorite della pianta, che vengono raccolte ad inizio fioritura e recise appena sotto il ricettacolo.
Per la ricchezza di carotenoidi, flavonoidi e triperpeni (potenti antiossidanti), ma anche di calendulosidi (delle saponine triterpeniche), di xantofille e poi di acidi fenolici, tannini, resine ed oli essenziali, i derivati della calendula sono degli ottimi emollienti, cicatrizzanti, antinfiammatori, emmenagogi, antispatici, rinfrescanti e decongestionanti. Per tutte queste proprietà, la calendula si utilizza anche per via interna, prevalentemente sotto forma di estratto secco o tintura madre, per trattare principalmente disturbi di natura digestiva, ma anche le disfunzioni del ciclo mestruale, le tonsilliti e le afte”, racconta il dottor Ottavio Iommelli, medico fitoterapeuta, presidente dell’Aiff, Associazione italiana fitoterapia e fitofarmacologia. Ma la calendula trova ampio impiego soprattutto per via esterna, spalmata sulla pelle sotto forma di pomata o unguento, per la sua capacità di accelerare il processo di cicatrizzazione esercitando, nel contempo, un’attività antisettica e anfinfiammatoria. “Una peculiarità, quest’ultima, che risulta utile anche per prevenire anomalie nella cicatrizzazione, come la formazione di ipertrofie o cheloidi”, puntualizza Iommelli.
Applicazioni in ambito fitoterapico e dermatologico a parte, quel che resta (che in realtà è molto, anzi, moltissimo) della calendula è il suo eclettico utilizzo in campo cosmetico: si trova in creme viso ma anche corpo, così come in prodotti idratanti ed emollienti per le labbra. Tra le novità in campo dermocosmetico c’è la nuova linea Dermoplasmine, messa a punto da Boiron e con protagonista proprio la calendula, proveniente tra l’altro da agricoltura biologica. “Applicata come cosmetico, la calendula è un ottimo antinfiammatorio, emolliente e cicatrizzante locale. Per questo è particolarmente adatta per tutte le tipologie di pelli, ma in particolare per quelle secche, screpolate, delicate e facilmente arrossabili. Inoltre, i principi attivi della calendula, tra i quali spiccano sotto il profilo cosmetico gli alcoli triterpenici, i flavonoidi, le mucillagini, il manganese, i polisaccaridi e i carotenoidi, rendono le formule che la contengono utili per prevenire e lenire le dermatite da pannolino e per cicatrizzare più velocemente le lievi ustioni ”, spiega la dottoressa Mariarosa Chiarantano, specialista in dermatologia ed esperta di omeopatia.
Tra l’altro, la calendula è una delle piante che maggiormente catalizza l’attenzione degli scienziati: uno studio condotto nel 2011 su ventuno partecipanti da un gruppo di ricercatori dell’University of Bahawalpur, in Pakistan, ha dimostrato la capacità di un prodotto topico a base di Calendula officinalis al 3 per cento di migliorare l’idratazione e la compattezza della pelle dopo otto settimane di utilizzo regolare. Non basta: come fa notare Chiarantano “Grazie alle proprietà antinfiammatorie e antisettiche, le formule a base di calendula possono affiancare i classici trattamenti per l’acne nelle sue varie manifestazioni, incluse quelle associate all’uso prolungato della mascherina”.
Non solo utilizzata come fitoterapico o come ingrediente cosmetico di punta da spalmare sulla pelle: la calendula è anche un fiore edibile, piuttosto versatile pure in cucina (non a caso appartiene alla stessa famiglia, le già citate Asteraceae, della cicoria, della lattuga, del carciofo e del topinambur). Il suo gusto piccante, sapido, pepato, la rende un ingrediente complementare ideale per i risotti, ma anche per le frittate o per guarnire ricette a base di pesce o carne.
Segni particolari: anche mangiata, apporta dosi significative di antiossidanti-antietà, come le vitamine C ed E e il betacarotene e in più esalta il gusto con composizioni e sapori inediti. L’unica precauzione: meglio evitarla in caso di allergia al polline e utilizzare solo fiori eduli (devono essere ad esclusivo uso alimentare), acquistati attraverso canali sicuri.
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