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Carlotta Canepa. Glamour assicurato, quando natura e moda vanno d’accordo
Carlotta Canepa è una stilista che da anni coniuga glamour e rispetto del pianeta attraverso l’uso di filati ecosostenibili. Ecco cosa ci ha raccontato.
Se per l’ambiente la moda è un problema, perché inquina e danneggia i mari, la moda stessa può diventare la soluzione, attraverso lo studio di nuovi brevetti che oltre a ridurre i rifiuti diano impulso all’economia circolare. Lo sa bene Carlotta Canepa, stilista da molti anni impegnata per rendere l’industria tessile più sostenibile, etica, rispettosa del pianeta.
Quando e perché è iniziato il percorso di sostenibilità di Canepa?
Oggi il Green è un trend, ma Canepa, con la sua divisione CanepaEvolution, è impegnata nella sostenibilità da oltre 15 anni. L’industria tessile è la seconda più inquinante al mondo dopo il petrolio; da molto tempo abbiamo capito che era un dovere agire in modo etico e rispettoso per l’ambiente, non possiamo realizzare capi e accessori eccellenti di altissima qualità inquinando però i mari e danneggiando gli animali e l’uomo.
In cosa consistono le azioni sostenibili di Canepa?
A ottobre 2012 Canepa ha depositato uno straordinario e rivoluzionario brevetto che elimina le microplastiche disciolte nella lavorazione dei filati, e ha aderito, come prima azienda tessile a livello mondiale, al Detox Commitment di Greenpeace, per una supply chain della moda trasparente e libera da sostanze tossiche entro il 2020; all’inizio del 2018 Canepa ha anche ottenuto la certificazione GOTS (Global OrganicTextile Standard), il più importante standard per la produzione sostenibile d’indumenti e prodotti tessili realizzati con fibre naturali da agricoltura biologica; nel frattempo il dipartimento CanepaEvolution continua a lavorare a nuovi brevetti e si sta impegnando nel riciclo e nell’economia circolare.
Una delle caratteristiche di Canepa è investire molto in ricerca e sviluppo. Il vostro progetto più particolare è sicuramente SaveTheWater® Kitotex®: in cosa consiste nel dettaglio?
Il brevetto Kitotex® SaveTheWater® elimina l’utilizzo delle microplastiche nella lavorazione dei filati sostituendo la metacrilammide, generalmente utilizzata nella fase di tintura e nobilitazione, con il chitosano, una sostanza di origine naturale, atossica, biocompatibile e biodegradabile, ottenuta dalla chitina contenuta nell’esoscheletro dei crostacei, scarto dell’industria alimentare, approvata anche dalla Food&Drug Administration americana. Oltre a non inquinare, l’utilizzo del chitosano consente di ridurre fino al 95 per cento il consumo di acqua, e di ridurre del 40 per cento le emissioni di CO2, con notevole risparmio di energia.
Anche la sua linea di moda sfrutta questo stesso brevetto?
Assolutamente sì, il brevetto ma anche tutto quanto citato prima. La mia linea è l’esempio di come si possa produrre in modo etico e rispettoso realizzando capi d’eccellenza e glamour.
Tutto il processo di creatività, lo sviluppo dei tessuti, oltre che la produzione, avvengono in Italia. Quali sono i vantaggi e le difficoltà che riscontrate in questa scelta? Il pubblico lo riconosce come valore aggiunto dei vostri prodotti?
La scelta del Made In Italy è una scelta di qualità nel perseguimento dell’eccellenza, un valore fondamentale che fa parte del DNA dell’azienda. Tra gli svantaggi la lavorazione con costi più alti che non ci permette di essere competitivi su tutti i mercati. Il pubblico però riconosce l’importanza del Made In Italy e la superiorità dei prodotti realizzati nel nostro paese. Il savoir fair italiano che ci rende così famosi nel mondo è sicuramente un altro aspetto nobile ed etico della produzione a cui teniamo molto: le condizioni delle nostre risorse umane; la manodopera infatti è adulta, tutelata, ben retribuita e lavora in condizioni ottimali.
Il processo creativo di Canepa passa anche attraverso la memoria del passato, per esempio grazie alla vostra collezione di volumi antichi sul tema della moda. Quanto si fondono passato e futuro sostenibile, secondo lei?
Io per esempio prima di realizzare le mie collezioni amo perdermi tra i 15.000 volumi di tessuti che abbiamo recuperato nel mondo, catalogato e archiviato nella biblioteca Canepa. Trovo ispirazione da tessuti provenienti da terre lontane e da epoche diverse che poi reinterpreto in chiave contemporanea secondo il mio gusto personale e il mood globale che voglio dare alla linea. Credo molto nelle commistioni, quindi sì alla gloria del passato con un approccio fresco e una côté assolutamente green.
Cos’è per lei la sostenibilità?
Sostenibilità è il rispetto per questo pianeta, per chi lo abita e quindi anche per noi stessi.
Ognuno di noi può fare gesti quotidiani anche molto semplici per rispettare l’ambiente come usare meno l’auto per spostarsi oppure spegnere l’acqua e la luce quando non sono strettamente necessarie. Come dico sempre, there’s no planet B, abbiamo davvero la responsabilità di salvaguardare la Terra che ci ospita, Canepa da anni ha capito che ormai è un’urgenza e ne ha fatto la sua mission.
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