
Nell’isola di Trindade, in Brasile, le rocce sono mischiate alla plastica
Nell’isola di Trindade, nell’Atlantico, un team di scienziati ha fatto una scoperta “nuova e terrificante”: la plastica è fusa nelle rocce.
Il mar Mediterraneo, come tutti mari e gli oceani del mondo, è sempre più invaso dalla plastica. 750 tonnellate finiscono nel Mare Nostrum ogni giorno. 90 tonnellate di plastica inquinano i mari italiani. Questi dati ci fanno capire come sia improrogabile riuscire a ridurre i rifiuti di plastica e sostenere un’economia davvero circolare, che preveda un minor uso di imballaggi e il corretto riciclo e riuso di questi oggetti. Per questo nasce PlasticLess, il progetto di LifeGate con l’obiettivo di ridurre i rifiuti di plastica nei nostri mari e sostenere un’economia davvero circolare. Come? Con tre strumenti: un’ampia copertura giornalistica per informare le persone sui rischi della plastica in mare, la promozione e diffusione di buone pratiche sostenibili e con azioni concrete per la rimozione dei rifiuti che galleggiano nei nostri mari grazie a Seabin, cestini posizionati direttamente in mare presso porti e marine in grado di rimuovere fino a 500 chili di rifiuti plastici all’anno. Più Seabin riusciremo a mettere lungo le coste italiane grazie al progetto PlasticLess, maggiore sarà il contributo per mantenere il Mare Nostrum il più possibile pulito e sano.
Nell’isola di Trindade, nell’Atlantico, un team di scienziati ha fatto una scoperta “nuova e terrificante”: la plastica è fusa nelle rocce.
Chi sceglie i detergenti ecologici di Enzers acquista solo le pastiglie di principio attivo, da sciogliere in acqua riutilizzando i flaconi.
I nostri oceani sono sommersi da 2,3 milioni di tonnellate di frammenti di plastica, una quantità che ha visto un drastico aumento a partire dal 2005.
La direttiva dell’Unione europea contro l’usa e getta è ancora un esempio isolato: il nostro pianeta rimane sommerso di rifiuti di plastica monouso.
La Commissione europea ha proposto una revisione della legislazione sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. Se confermata, porterà parecchie novità.
Il problema della pesca fantasma persiste negli oceani per anni. Hyundai, sostiene un progetto che mira a trasformare le reti da pesca abbandonate in un esempio di economia circolare.
Il Mediterraneo è uno dei mari più inquinati e la colpa è anche degli “attrezzi fantasma”.
Il catrame proveniente dalle fuoriuscite di petrolio in mare finisce per attaccarsi alle microplastiche, formando agglomerati potenzialmente dannosi per l’ecosistema.
Per l’8 giugno, Giornata mondiale degli oceani, abbiamo scelto otto startup che hanno proposto soluzioni concrete ai problemi ambientali che li affliggono.
In India e Sri Lanka gli elefanti si ingozzano nelle discariche, riempiendosi lo stomaco di plastica e trasportandola nella foresta.