Guerre, disuguaglianze e crisi climatica rallentano la corsa agli obiettivi di sviluppo sostenibile: solo il 19 per cento raggiungibili entro 5 anni.
Su come doveva e su com’è stata introdotta in pratica in Italia la tassa europea sulle Transazioni finanziarie (la Tobin tax) se ne discute da tempo. Da un lato c’è la lobby di chi ne ha osteggiato il lancio, dall’altro c’è il gruppo di chi critica i difetti della formulazione limitata. La tassa italiana
Su come doveva e su com’è stata introdotta in pratica in Italia la tassa europea sulle Transazioni finanziarie (la Tobin tax) se ne discute da tempo. Da un lato c’è la lobby di chi ne ha osteggiato il lancio, dall’altro c’è il gruppo di chi critica i difetti della formulazione limitata.
La tassa italiana italiana, oltre a prevedere una serie di esclusioni, non è applicata sulla singola transazione ma sui saldi giornalieri e non interessa la grande massa dei derivati più speculativi (che rappresenterebbero il 65 per cento del gettito), ma solo quelli che hanno come sottostante le azioni, né ai titoli di Stato. Ma che cosa succederebbe se fosse applicata in senso ampio?
Una tassa con ampia base imponibile, ovvero applicata alla più ampia gamma di strumenti finanziari (secondo l’impianto della direttiva proposta dalla Commissione europea), con il ricorso al doppio principio di tassazione (di residenza dell’operatore e di nazionalità del titolo) e con aliquote dello 0,1 per cento per le azioni e dello 0,01 per cento per i derivati porterebbe nelle casse dello Stato dai 3 miliardi ai 6 miliardi di euro all’anno. La cifra emerge da un recente studio pubblicato da uno dei più autorevoli istituti di ricerca economica tedeschi, The German institute for economic research (DIW Berlin).
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Guerre, disuguaglianze e crisi climatica rallentano la corsa agli obiettivi di sviluppo sostenibile: solo il 19 per cento raggiungibili entro 5 anni.
Sono passati 10 anni da quando l’Onu ha fissato gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, inizia il countdown: ASviS fa il punto della situazione.
Tra inflazione e tagli agli aiuti, i progressi per azzerare la fame nel mondo sono ancora troppo lenti. Lo testimonia il rapporto Sofi2025.
Il futuro dei nomadi dell’India, i Fakirani Jat e i Rabari, è incerto. Tra tensioni geopolitiche e un clima che cambia, il patrimonio antropologico delle popolazioni nomadi è a rischio.
Uno studio di Ipes-Food rivela fino a che punto la produzione di generi alimentari sia legata ancora ai combustibili fossili.
Descritto dai dati delle piattaforme Microsoft, il lavoro d’ufficio è un flusso incessante di mail, riunioni e notifiche che soffocano la concentrazione.
La pista da bob di Cortina, dopo mesi di polemiche, è stata effettivamente costruita. Il commissario di Governo Simico racconta come ha portato in porto il progetto.
Troppe generalizzazioni, troppo spazio a guerre e povertà, poco ad ambiente e cultura e alle voci vere: lo dice il rapporto di Amref e Osservatorio Pavia.
Nel 2024 spesi 2.718 miliardi di dollari in armi, in un clima crescente di tensione. E le guerre rischiano di trasformarsi in profezie che si avverano.