Che cosa significa Aikido

La traduzione letterale, come avviene nelle lingue orientali che usano ideogrammi, d

L’espressione Aikido è composta da tre parole con
significati che possono essere tradotti letteralmente come via “do”
– dell’unione “ai” – con il “ki”.

La prima delle tre voci “Ai” esprime il concetto di unione. Se si
guarda attentamente l’ideogramma che lo rappresenta, ricorda una
casa. In dettaglio l’ideogramma è composto da tre componenti
grafiche: la convergenza espressa dalle due linee in alto che forma
“il tetto”, il rettangolo che simboleggia la bocca nella parte
inferiore e infine un tratto di raccordo orizzontale posto al
centro. Se vogliamo assegnare un significato compiuto l’ideogramma
rappresenta il fluire delle cose nella stessa direzione,
banalizzandolo lo stare sotto lo stesso tetto. Ma l’accento va
posto sull’idea di unificazione, di conformità. Un concetto
occidentale molto simile è quello di armonia, più
elementi che convivono in modo concorde. Nel nostro caso il termine
Ai sottintende un duplice accordo: tra mente e corpo, tra uomo e
cosmo.

Il “ki”, unica parola che non abbiamo tradotto, esprime un concetto
comune ad alcune religioni orientali – Shinto, Zen, Tao – e
rappresenta l’energia dell’universo che crea la vita. Questa
energia viene distinta in tre livelli: il ki universale, il ki
della specie e il ki individuale. In quest’ultimo caso
possiamo immaginarlo come un’emanazione spirituale del soggetto.
L’ideogramma mette in relazione due concetti: la parte inferiore
con una linea verticale attraversata da diversi tratti orizzontali
riconduce all’idea di una sostanza sottile, impalpabile e dinamica,
accanto abbiamo un tratto, somigliante a un 7 rivolto verso
l’esterno, che sembra racchiudere e custodire questa sostanza.
Infine in alto troviamo tre tratti di cui uno obliquo che
rappresenta la negazione del dire.
Il riferimento è a qualcosa di indicibile che è
nascosto nella natura delle cose. In effetti spiegare il Ki
è impresa sovrumana anche per chi pratica Aikido, nonostante
ne possa intravedere effetti e intensità.

Il termine “Do” lo abbiamo tradotto con via, concetto ben diverso
da quello di disciplina o arte, ma senz’altro più vicino
all’idea originaria presente anche nel Tao cinese. Una traduzione
concettualmente più aderente alla nostra cultura potrebbe
essere quella di “percorso di crescita”, che sottolinea la pratica
costante nel tempo. Attenzione a non confonderlo col concetto
occidentale di logos, più astratto, o a non ridurlo a un
metodo, dato che non è solo teorico o generico, ma
sottintende un rapporto individuale profondo con il nostro essere e
con la vita concreta. L’ideogramma rappresenta, anche
intuitivamente, un uomo, nella parte destra, che affronta un
sentiero che non ha una meta d’arrivo. In questo senso anche
l’Aikido è una pratica che non si conclude, non c’è
un punto di arrivo, è una ricerca continua che permette
all’uomo di vivere in accordo con la natura.

Francesco Aleo

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