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Un nuovo fondo per le ciclabili urbane dopo il taglio di 94 milioni di euro. Un piccolo risultato dopo le proteste delle associazioni.
Ciclabili urbane: dopo il definanziamento di 94 milioni di euro previsto nella legge di bilancio e dopo due settimane di mobilitazioni del mondo della bicicletta, arriva un tiepido segnale dal governo. Il 21 dicembre è stato infatti approvato l’emendamento in cui si include e approva una riformulazione del testo proposto proprio dalle associazioni e presentato da Alleanza Verdi-Sinistra, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Azione-Italia Viva.
Vengono quindi salvati 10 milioni di euro per la ciclabilità con l’istituzione di un “Fondo per lo sviluppo di ciclovie urbane intermodali”, per il finanziamento di ciclabili urbane connesse ai mezzi di trasporto pubblico. Un piccolo risultato ottenuto dalle organizzazioni che si occupano di mobilità attiva e tutela dell’ambiente, che hanno alzato la voce e hanno fatto fronte comune per chiedere città ciclabili e vivibili oltre a più sicurezza stradale.
Le associazioni sottolineano che le nuove risorse ammontano a meno dell’1 per cento delle risorse necessarie a rendere l’Italia un paese davvero ciclabile. In una nota congiunta firmata da Clean Cities, Fiab, Legambiente, Kyoto Club, Greenpeace Italia, Transport & Environment e Cittadini per l’aria, si afferma che l’Italia avrà ancora qualche risorsa per la ciclabilità urbana grazie a una serrata campagna del movimento per la mobilità sostenibile che ha lavorato in modo congiunto per settimane e grazie al coinvolgimento di amministratori locali e parlamentari.
“Ripartiamo da qui per rendere le nostre città davvero ciclabili e per garantire il rispetto del diritto alla mobilità di tutte e tutti, a partire dai più vulnerabili – affermano le organizzazioni. E poi aggiungono: “L’istituzione di questo nuovo fondo non soddisfa le necessità delle amministrazioni locali. Solamente le ciclabili previste dai Piani urbani della mobilità sostenibile richiederebbero 1,34 miliardi di euro per venire realizzate. È essenziale però che le amministrazioni locali continuino a pianificare la transizione verso una mobilità sostenibile e a zero emissioni, perché questa transizione è inevitabile, e può essere solo rallentata, non arrestata”.
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