La Cop28 è finita, ma bisogna essere consapevoli del fatto che il vero test risiede altrove. Dalla disinformazione al ruolo delle città, ciò che conta avviene lontano dai riflettori.
Cina, emissioni di CO2 in calo dal 2025 anziché dal 2030
Il picco delle emissioni di CO2 prodotte dalla Cina potrebbe essere raggiunto già nel 2025, anziché nel 2030 come previsto a novembre dal governo di Pechino. Tra dieci anni, la potenza asiatica dovrebbe arrivare a rilasciare in atmosfera tra i 12,5 e i 14 miliardi di tonnellate di gas serra, rispetto al dato di 10,2
Il picco delle emissioni di CO2 prodotte dalla Cina potrebbe essere raggiunto già nel 2025, anziché nel 2030 come previsto a novembre dal governo di Pechino. Tra dieci anni, la potenza asiatica dovrebbe arrivare a rilasciare in atmosfera tra i 12,5 e i 14 miliardi di tonnellate di gas serra, rispetto al dato di 10,2 miliardi di tonnellate registrato nel 2011 (ultima rilevazione disponibile). Questo significa che dopo quella data, le emissioni cinesi dovrebbero cominciare, finalmente, a calare.
La previsione ottimista arriva da un’indagine condotta dall’economista Nicholas Stern, famoso per il suo impegno contro i cambiamenti climatici, e dall’analista Fergus Green per conto della London school of economics (Lse). Stern e Green hanno analizzato i cambiamenti strutturali che stanno interessando sia l’economia che la politica cinese giungendo alla conclusione che “è molto probabile che si possa evitare che la temperatura media globale superi l’aumento di due gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali”.
La nuova stima tiene conto del fatto che il consumo di carbone è calato sia nel 2014 che nel primo trimestre del 2015 dopo anni di aumento senza controllo che ha causato livelli di inquinamento inaccettabili per la salute dei cinesi, così come un aumento esponenziale delle emissioni di CO2. Il calo dell’uso del carbone per produrre energia e un aumento parallelo dello sfruttamento del gas naturale, molto meno inquinante, potrebbe quindi stravolgere in positivo le previsioni sull’impatto ambientale e climatico della crescita economica della Cina.
L’accordo di contenere l’aumento della temperatura media globale entro i due gradi centigradi è stato raggiunto dalla comunità internazionale alla conferenza sul clima di Copenaghen del 2009 (Cop 15) ed è stato ribadito al vertice del G7 che si è tenuto il 7 e l’8 giugno in Germania. Il prossimo appuntamento fondamentale è la conferenza di Parigi (Cop 21) dove ci si aspetta che tutti firmino, senza distinzione di pil, un nuovo trattato che vincoli tutti a ridurre o contenere le emissioni di CO2. Secondo gli scienziati, superare la soglia dei due gradi farebbe diventare i cambiamenti climatici irreversibili.
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