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Per festeggiare il mese dedicato alle donne, Cindy Lauper lancia la t-shirt dal chiaro messaggio femminista “Gilrs just want to have fun… damental rights”, giocando sul testo della sua celebre hit anni Ottanta.
La cantante attivista americana Cindy Lauper ha lanciato una campagna a favore dei diritti delle donne per celebrare il mese di marzo, decretato negli Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia come Women’s History Month (il mese delle donne).
Cindy Lauper, una delle prime icone pop femminili della musica degli anni Ottanta, già da anni sostiene la True Colors Fund, associazione di cui è cofondatrice insieme alla manager Lisa Barbaris e l’agente Jonny Podell, nata con l’intento di sensibilizzare alle tematiche LGBT e porre fine all’homelessness fra i giovani della comunità Lgbt: una ricerca del 2012 dell’Università della California ha dimostrato come il 40 percento del totale dei minori senza fissa dimora degli Stati Uniti siano giovani omosessuali, bisessuali e transgender.
La cantante ha lanciato una t-shirt con un chiaro messaggio femminista che gioca sulla sua celebre hit anni Ottanta Girls just want to have fun (già inno al femminismo): sulla maglietta appare, infatti, la scritta: “Gilrs just want to have fun… damental rights” ossia: “Le donne vogliono solo i diritti fondamentali”.
Postando una foto sulla sua pagina Facebook ufficiale, Cindy Lauper si è detta: “Onorata da questo potente gioco di parola su un mio testo”.
La T-shirt sarà in vendita sul sito Omaze a venticinque dollari per tutto il mese di marzo e il ricavato delle vendite sarà devoluto in parte al True Colors Fund, in parte all’associazione Planned Parenthood che, negli Stati Uniti, si batte in favore della libertà di scelta di interruzione di gravidanza e a difesa della legislazione abortista e per una precoce introduzione nelle scuole di tutto il mondo di educazione sessuale e sentimentale.
La scelta di devolvere parte dei proventi a Planned Parenthood ha un significato di critica piuttosto forte nei confronti del Presidente Donald Trump, che recentemente ha ripristinato negli Stati Uniti la Mexico City Policy, politica con la quale il governo cancella finanziamenti alle organizzazioni che forniscono assistenza sanitarie e informazioni alle donne che, in tutto il mondo, decidono di interrompere la gravidanza.
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