
La Cop26 è stata un appuntamento vitale per l’Africa che contribuisce in misura minima ai cambiamenti climatici, ma ne sopporta le conseguenze peggiori.
La notizia è arrivata con un tweet alle 1:04. L’Unione europea ha un nuovo pacchetto su clima e energia. Primo obiettivo: tagliare la CO2 del 40 per cento.
L’annuncio è arrivato il 24 ottobre, intorno all’una, con un tweet di Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, dopo una riunione durata diverse ore. L’Unione europea ha nuovi obiettivi di riduzione della CO2, di incremento dell’efficienza energetica e di aumento del fabbisogno energetico coperto dalle rinnovabili.
Deal! At least 40% emissions cut by 2030. World’s most ambitious, cost-effective, fair #EU2030 climate energy policy agreed #EUCO
— Herman Van Rompuy (@euHvR) 23 Ottobre 2014
Il nuovo pacchetto clima e energia che andrà a sostituire il famoso, quanto ormai superato, 20-20-20 ha i seguenti obiettivi.
European Council Conclusions on 2030 Climate and Energy Policy Framework now available: http://t.co/0yCyXCWxIP. #EUCO #EU2030
— EU Council Press (@EUCouncilPress) 24 Ottobre 2014
Primo. Riduzione delle emissioni di CO2 del 40 per cento rispetto ai livelli registrati nel 1990. È un target vincolante per i 28 paesi che fanno parte dell’Unione europea. Finora l’obiettivo era una riduzione dei gas serra del 20 per cento entro il 2020.
Secondo. Energia pulita. L’Unione europea si impegna a coprire il fabbisogno elettrico per il 27 per cento da fonti di energia pulite, rinnovabili. Oggi la quota è ferma al 14 per cento. Questo significa che entro i prossimi 15 anni la produzione di energia rinnovabile dovrà raddoppiare.
Terzo. Efficienza energetica, anche in questo caso lo spreco di energia dovrà essere tagliato del 27 per cento, ma questa quota potrà essere rivista in base alle oscillazioni dei consumi energetici e alle nuove tecnologie. Non è un caso che questo obiettivo verrà rivisto tra cinque anni, nel 2020, tenendo presente che la speranza dell’Ue è di arrivare a un taglio degli sprechi del 30 per cento rispetto al 1990.
L’efficienza energetica, poi, si lega a un altro target molto caro all’Unione europea: ridurre la dipendenza energetica da paesi extra europei e quindi la bolletta energetica. Nel 2012, infatti, le importazioni hanno pesato per il 53 per cento del fabbisogno energetico europeo, per una spesa complessiva pari a un miliardo di euro al giorno, un quinto di tutti i soldi usciti dalle casse di Bruxelles per le importazioni. L’88 per cento di tutto il petrolio consumato è stato importato, così come il 66 per cento di gas naturale. Per non parlare dell’uranio che va ad alimentare le centrali nucleari presenti in Europa: il 95 per cento proviene dall’estero, tra cui Australia e Canada.
Secondo Van Rompuy, quest’ultimo punto è strettamente legato a un quarto obiettivo: creare una rete elettrica orizzontale tra paesi dove le connessioni dovranno essere pari al 15 per cento entro il 2030. Questo significa che per 100 megawatt di elettricità prodotta, ogni paese avrà la possibilità di importare o esportare 15 megawatt ai paesi confinanti. Le interconnessioni servono sia come assicurazione in caso di un calo improvviso della produzione di energia “domestica”, cioè prodotta all’interno del paese, sia per migliorare il mercato europeo perché finalizzato a limare eccessi o riduzioni della domanda e dell’offerta di energia.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La Cop26 è stata un appuntamento vitale per l’Africa che contribuisce in misura minima ai cambiamenti climatici, ma ne sopporta le conseguenze peggiori.
Com’è andata la Cop26, un commento a mente fredda sulla conferenza sul clima di Glasgow. Non è ancora il tempo per abbandonare la speranza.
L’intesa punta al 2035 per la definitiva affermazione dei mezzi a zero emissioni. Il nostro paese non firma, sì dalle città di Roma, Firenze e Bologna.
Sabato 13 novembre, un giorno più tardi del previsto, è terminata la Cop26. Luci e tante ombre nel Patto di Glasgow sul clima, indebolito dall’India.
Nella mattinata di sabato 13 novembre è stata diffusa una terza bozza di dichiarazione finale alla Cop26 di Glasgow.
La parità di genere è a pieno titolo un tema della Cop26, perché le donne sono particolarmente esposte alle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Gli inviati alla Cop26 di Cina e Stati Uniti hanno annunciato, a sorpresa, una cooperazione per abbattere le emissioni di gas ad effetto serra.
Dalla Cop26 ci si attendono anche risposte chiare sulla necessità di operare una transizione ecologica che sappia garantire la parità di genere.
All’alba di mercoledì 10 novembre, dopo una notte di negoziati, è stata pubblicata la prima bozza di accordo alla Cop26 di Glasgow.