Gli eventi climatici estremi hanno causato 140mila morti in 40 anni in Europa

L’Agenzia europea dell’ambiente ha diffuso i dati degli eventi climatici estremi negli ultimi 40 anni: 140mila morti e 520 miliardi di danni economici.

Il bilancio è da tragedia, sia umana che economica. Gli ultimi dati diffusi dall’Agenzia europea dell’ambiente (Eea) ci parlano di oltre 140mila morti e 520 miliardi di euro di danni finanziari. È questo il risultato di quarant’anni di eventi climatici estremi in Europa.

L’Eea ha analizzato i disastri climatici accaduti tra il 1981 e il 2020, tra i quali ondate di caldo e ondate di freddo, tempeste, impatti sulle risorse idriche, siccità, inondazioni fluviali e costiere, incendi boschivi e altro ancora. La maggior parte delle vittime – oltre l’85 per cento – è deceduta a causa di ondate di caldo. Quella del 2003, addirittura, ha causato tra il 50 e il 75 per cento di tutte le vittime dovute a eventi meteorologici e climatici negli ultimi quattro decenni.

Eventi estremi in aumento

Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, il numero di disastri meteorologici è aumentato a livello globale negli ultimi 50 anni. Si stima che, in Europa, il 3 per cento degli eventi estremi legati al clima e alle condizioni meteorologiche sia stato responsabile di circa il 60 per cento delle perdite nei quattro decenni considerati.

Inoltre, i dati del database Catdat (Damaging earthquakes and secondary effects), ampiamente utilizzato nel report dell’agenzia europea, mostrano perdite economiche annue in costante aumento nel corso dei decenni: si è passati da 10 miliardi di euro del periodo 1981-1990 a 14,7 miliardi di euro tra il 2011 e 2020. Anche il numero di eventi catastrofici segue un trend in costante crescita: da 392 episodi del primo decennio, siamo arrivati a contarne 1.220 in quello più recente.

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La Germania è il paese europeo più colpito dagli eventi climatici estremi © Thomas Lohnes/Getty Images

Svizzera, Germania e Italia le aree più colpite

In termini assoluti, le perdite più elevate si registrano in Germania, con 42mila morti e 107 milioni di euro di perdite. A seguire c’è la Francia con 26mila decessi e danni per 99 milioni. Quindi l’Italia, con 21mila morti e 90 milioni di perdite. I valori pro capite danno invece la Svizzera tra le situazioni peggiori, seguita dalla Slovenia. I dati invece più bassi sono quelli registrati in Liechtenstein, Turchia e Islanda.

Per quanto riguarda il futuro, il G20 Risk Atlas del Centro euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc) fornisce diverse stime degli impatti economici a seconda dei diversi scenari di cambiamenti climatici considerati. Ad esempio, in uno scenario di aumento della temperatura relativamente moderato, si prevede che i danni annuali causati dalle sole inondazioni dei fiumi ammonteranno a circa 21 miliardi di euro entro la metà del secolo. Che diventeranno 30-40 miliardi entro la fine del secolo. In uno scenario di elevato aumento delle emissioni, le perdite dovute alle inondazioni dei fiumi potrebbero raggiungere invece i 70 miliardi di euro entro la fine del secolo.

Cosa aspettarsi in futuro

A livello internazionale, il Sendai framework on disaster risk reduction, organismo delle Nazioni Unite, ha preso in considerazione 38 indicatori per misurare i progressi nella riduzione dei danni da eventi climatici estremi. In Europa, la Commissione europea, su questo punto, ha predisposto un documento di lavoro (chiamato “Closing the climate protection gap — Scoping policy and data gaps”), che fa parte della più ampia Strategia di adattamento europea, adottata nel febbraio 2021.

Nel documento si indicano gli strumenti utili per raggiungere il massimo grado di resilienza entro il 2050: la Commissione incoraggia i partenariati pubblico-privato a raccogliere e condividere i dati relativi alle perdite in futuro, in modo da mantenere il più aggiornato possibile l’indicatore dell’Agenzia europea dell’ambiente sulle perdite economiche e sui decessi causati da eventi meteorologici e climatici.

Ma i cambiamenti climatici non sono l’unico fattore a determinare perdite economiche e decessi: anche l’evoluzione demografica e la nostra capacità di adattamento influenzeranno il futuro del clima. Una cosa è certa: il grado di variabilità degli eventi climatici estremi tra un decennio e l’altro è elevato. Non è possibile sistematizzare tutti gli effetti con sufficiente accuratezza né stimare di preciso tutti gli impatti dei cambiamenti climatici. Per questo è importante colmare i divari di protezione climatica e adattamento con piani di prevenzione in tutto il continentale.

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