
Una storia di scarsa conoscenza delle leggi nazionali, totale impunità per i reati di bracconaggio e l’evidente aumento del turismo venatorio internazionale.
Fuochi d’artificio e botti hanno un grave impatto sugli uccelli e sulla fauna in generale, l’avvertimento del Centro italiano studi ornitologici.
È ormai risaputo che i botti di capodanno rappresentino un pericolo e un’enorme fonte di stress per gli animali domestici. Meno noto è invece l’impatto sulla fauna selvatica dei rumorosi festeggiamenti cui sembra molti di noi non possano proprio fare a meno. Tra gli animali più minacciati dai “bombardamenti” dell’ultima notte dell’anno ci sono gli uccelli, come hanno dimostrato numerose ricerche scientifiche.
Non sono ancora chiari gli effetti negativi che i fuochi d’artificio hanno sugli uccelli, poiché sono animali difficili da studiare di notte. Uno studio condotto nei Paesi Bassi ha però dimostrato che gli spettacoli pirotecnici che si verificano in prossimità dei posatoi degli uccelli, i quali in inverno, durante la notte, si radunano spesso in grandi stormi, fanno scoppiare il panico tra gli animali provocando un gran numero di morti.
Gli uccelli si alzano infatti in volo simultaneamente terrorizzati e molti di loro perdono la vita nelle collisioni con alberi, infrastrutture e cartelloni pubblicitari. Uno degli esempi più famosi di questo fenomeno risale al 2010, quando nella cittadina di Beebe, in Arkansas, oltre cinquemila merli dalle ali rosse caddero morti o morenti dal cielo dopo uno spettacolo pirotecnico.
Lo studio Birds flee en mass from new year’s eve fireworks, condotto con l’ausilio dei radar, ha dimostrato che gli uccelli, spaventati dalle deflagrazioni dei botti, si involano in massa dirigendosi a molti chilometri dai luoghi di riposo. Questi repentini spostamenti, ha spiegato in un comunicato il Centro italiano studi ornitologici (Ciso), “possono causare la morte degli individui, avere effetti duraturi sulla salute degli uccelli o provocare la frammentazione degli stormi”.
L’associazione ornitologica, che da molti anni si occupa di ricerca ornitologica e conservazione della natura, lancia un appello a tutela dei più deboli e chiede a tutti i sindaci di “prendere provvedimenti concreti per contrastare questo grave fenomeno e, al contempo, proteggere la salute e la sicurezza dei cittadini, emanando ordinanze di limitazione o divieto di accensione degli articoli pirotecnici in occasione del capodanno”.
I fuochi d’artificio non si “limitano” a terrorizzare la fauna con il loro rumore, il fumo che emanano, ad esempio, contiene una miscela di prodotti chimici in grado di inquinare pericolosamente aria e acqua. Anche residui e involucri di botti e petardi finiscono per inquinare l’area con una varietà di tossine, continuando ad avvelenare gli animali per molto tempo.
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La lista dei disturbi antropogenici alla fauna selvatica è pressoché infinita e l’esplosione di qualche fuoco d’artificio non è certamente il più grave. È tuttavia tra i più futili e, considerata la pericolosità di tali celebrazioni per persone e animali, sarebbe ora di trovare modi alternativi per divertirsi, senza far esplodere niente.
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