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Un cane anziano ha ancora un patrimonio di vitalità e affetto da poter donare: ecco le istruzioni perchè la sua terza età sia davvero al top.
È un dato di fatto. Il nostro cane riesce sempre più spesso a raggiungere un’età che fino a pochi anni fa era decisamente impensabile. Il miglioramento delle condizioni di vita, i progressi della scienza, l’alimentazione adeguata e le recenti scoperte nell’ambito della medicina veterinaria hanno portato a un progressivo allungamento della prospettiva di vita dei cani, aumentandone anche la qualità. Ed è in quest’ottica che prevenzione e informazione diventano basilari per poter garantire al nostro amico una vecchiaia lunga e serena.
Generalmente si ritiene che un animale invecchia in base alla stazza, al peso, alle malattie avute in precedenza, alle attività svolte nell’arco della vita, alla conformazione. Un cane di grossa taglia, per esempio, invecchierà prima di un cane di taglia “toy”, piccola. Un soggetto che ha trascorso una vita sana e salutare invecchierà meno velocemente di cani che hanno subito operazioni o trascorso una vita con grandi o piccoli problemi di salute. Qualche volta, soprattutto nei cani di razza, c’entra anche la longevità o meno di genitori e nonni. Proprio come succede alla specie umana, insomma. Possiamo comunque far molto per cercare di ritardare l’invecchiamento del nostro compagno, controllando la salute, le piccole differenze di comportamento della vita quotidiana, cambiando l’alimentazione, curando di più l’igiene fisica e capendo gli sbalzi di umore a cui può essere soggetto un cane con l’avanzare dell’età.
I cani anziani tendono a ingrassare a causa del minor movimento e maggior appetito. I soggetti avanti con l’età, infatti, mangiano più lentamente, dormono più a lungo e più profondamente, vedono meno, sentono meno, bevono di più e si muovono poco. Spesso hanno problemi di igiene orale, di tartaro, di gengiviti, di caduta del pelo, incanutiscono, e la pelle è più fragile. Possono comparire tumori benigni, si evidenziano callosità, le unghie si allungano più velocemente, certi soggetti soffrono di artrosi, hanno movimenti dolorosi, perdono progressivamente il tenore muscolare.
Al cane anziano va fatto fare perciò esercizio fisico, ma più blando di quando era in piena forza per non affaticarlo. Il tutto serve soprattutto per mantenere alto il morale e per stimolarne la vitalità. L’alimentazione va sempre controllata e, se necessario, integrata da glucosamina, acidi grassi e vitamine. Per questo vanno lette molto attentamente le etichette dei cibi preparati (in commercio se ne trovano di vario tipo sotto l’etichetta “senior” dedicata proprio a cani “anziani”)
“Un importante sintomo da tener d’occhio in un animale anziano è la variazione nel consumo di acqua. Un eccessivo consumo, infatti, può indicare l’insorgere di alcune malattie come il diabete mellito, infezioni urinarie, diabete insipido, e altre”, spiega la dottoressa Angela Ricci, medico veterinario.
Attenzione, poi, anche allo sviluppo di tumori maligni: è sempre bene far controllare le escrescenze e le anomalie della pelle. “L’artrosi è un problema molto diffuso nel cane anziano – continua Ricci – i cani, soprattutto di grande taglia, sviluppano spesso problemi alla colonna vertebrale. Ciò rende faticosa una salita o discesa dalle scale, salire e scendere dall’auto, camminare sulla neve. Proprio per questo l’esercizio fisico nel cane anziano è fondamentale. Mantiene in vigore i muscoli, migliora la funzionalità del cuore, aiuta la digestione e bilancia il funzionamento dell’intestino, conserva alto il morale, e, non da ultimo, allontana la noia”.
Il cane avanti con l’età, oltre ai problemi classici di salute, può avere anche problemi comportamentali. La disfunzione cognitiva del cane anziano è molto simile al morbo di Alzheimer dell’uomo. Ma – come per l’uomo – a volte non è facile distinguere il confine tra fisiologico e patologico. È ovvio che l’invecchiamento porta a un rallentamento delle attività psicomotorie, ma questo non dovrebbe comportare la perdita di comportamenti sociali acquisiti e di abitudini consolidate.
“Le forme di demenza senile si manifestano inizialmente con amnesie, perdita di comportamenti abituali, disorientamento – spiega la dottoressa Donatella Lotti, medico veterinario – ed è spesso un declino progressivo di facoltà mentali legate generalmente alla memoria a breve termine che coinvolge tutte le funzioni corticali tanto da portare disorientamento e difficoltà nel coordinarsi”.
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Si sa per certo che il cane ha una degenerazione delle strutture nervose che possono portare a distimia, problemi di aggressività, socialità alterata. L’animale spesso non riconosce i luoghi, la macchina del proprietario, il giardino di casa. A tutto ciò per ora non esiste rimedio. Qualche risultato può essere ottenuto con le terapie naturali (i fiori di Bach, per esempio) e con la naturopatia. Il cane anziano va comunque fatto muovere, va fatto giocare, va spinto ad avere motivazioni. La motivazione è una parte fondamentale della vita del cane, e privare l’animale avanti con gli anni di input in questo senso potrebbe aggravarne lo stato. Al soggetto abituato fin dalla tenera età a lavorare (cani di agility, brevetti vari, esposizioni cinofile) non va tolto il piacere del lavoro perché l’età avanza. Anzi!
Le attività praticate con tempi adeguati allo stato di salute fisica e mentale, aiutano il nostro amico a restare attivo e giovane. In conclusione, i sintomi della sindrome degenerativa del cane anziano si possono riassumere così:
Sarebbe opportuno, per aiutare il veterinario, segnarsi tutti i cambiamenti del comportamento del proprio cane così da arrivare a una diagnosi veloce e precisa in caso di bisogno. Un animale anziano è un regalo meraviglioso che può dare ancora tanto, forse più di quanto riusciamo ad arrivare a capire. E anche se ha l’occhio un po’ appannato e a volte ci guarda confuso, rimane comunque sempre il nostro migliore compagno di vita.
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