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In caso di allerta meteo, i lavoratori spagnoli avranno diritto a un congedo climatico retribuito che può durare fino a quattro giorni.
Se le catastrofiche alluvioni di Valencia a fine ottobre hanno provocato oltre duecento morti, è per via di una combinazione di fattori. La violenza dell’evento meteo estremo innanzitutto, ma anche la forte urbanizzazione, i ritardi nell’invio dei messaggi di allerta, la lentezza del sistema dei soccorsi. E anche il fatto che, quando già l’allerta meteo era conclamata, ci fossero fabbriche, uffici e negozi aperti. Pieni di persone tenute a lavorare nonostante tutto. A circa un mese dal disastro, il Consiglio dei ministri spagnolo ha approvato il congedo climatico.
L’iniziativa nasce dal ministero del Lavoro, guidato da Yolanda Díaz, e prevede una modifica allo Statuto dei lavoratori. Il testo, in realtà, già prevedeva la possibilità di astenersi dal lavoro in caso di emergenze straordinarie. Questa modifica, però, esplicita per la prima volta la nozione di congedo climatico. Ciò significa che, se un evento meteo estremo gli impedisce di raggiungere la propria sede di lavoro in sicurezza, e se non ha la possibilità di lavorare da remoto, il dipendente ha diritto a un permesso retribuito che può durare fino a quattro giorni. Se le condizioni meteo avverse durano ancora più a lungo, l’azienda può fare ricorso a una riduzione di orario oppure decidere di prolungare il permesso sobbarcandosene i costi.
La misura è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale spagnola venerdì 29 novembre e dovrà poi essere ratificata dal Parlamento nell’arco di trenta giorni. Nell’arco del prossimo anno, il ministero si impegna a mettere a punto un regolamento più articolato per tutelare lavoratori e lavoratrici dalla crisi climatica.
Il testo approvato dal governo spagnolo richiede alle imprese anche di mettere a punto piani di prevenzione ad hoc per gli eventi meteo estremi. Lavoratori e lavoratrici avranno il diritto di essere informati su cosa l’azienda intende fare una volta dichiarata l’allerta. Se il rischio è grave e imminente, le aziende devono avvertire prontamente il personale e fermare le attività fino al cessato pericolo.
Le imprese avranno dodici mesi di tempo per studiare questi protocolli specifici, da calibrare sulla base delle loro caratteristiche e del loro ramo di attività. “Per una persona che lavora all’aperto o per un’impresa edile, i rischi climatici non sono gli stessi di una persona che lavora in una biblioteca o in un’infermeria”, ha ribadito la ministra Díaz in un’intervista televisiva.
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