
La Cop26 è stata un appuntamento vitale per l’Africa che contribuisce in misura minima ai cambiamenti climatici, ma ne sopporta le conseguenze peggiori.
L’annuncio è stato accolto da un lungo applauso dai delegati in sala. La Cop 21 dà al mondo l’Accordo di Parigi dopo un lungo dibattito durato mesi.
L’accordo con cui il mondo tenterà di limitare l’aumento del riscaldamento globale a meno di 2 gradi è stato raggiunto durante il vertice Cop 21 di Parigi, dopo due settimane di negoziati.
Questo patto è il primo a proporre vincoli per tutti i Paesi, per ridurre le emissioni di CO2. L’accordo è in parte vincolante e in parte volontario.
Solo poco prima dell’annuncio, alcuni blocchi chiave di nazioni, tra cui il gruppo G77 di Paesi in via di sviluppo e nazioni come Cina e India hanno anch’essi dato segnali di adesione alla proposta. Il presidente francese François Hollande aveva definito la proposta “senza precedenti” e il Segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon s’era rivolto ai negoziatori per “concludere il lavoro”.
l presidente della conferenza, il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius, ha affermato: “Io ora invito la Cop ad adottare la decisione chiamata ‘Accordo di Parigi’ descritta nel documento. Guardandomi intorno, vedo che la reazione è positiva. Non vedo obiezioni. L’accordo di Parigi è adottato.”
Nel momento in cui ha battuto il martelletto per sancire il termine delle discussioni, moltissimi delegati si sono alzati in piedi e si sono lasciati andare a una standing ovation, lunghi applausi e urla di gioia, congratulandosi l’uno con l’altro.
Quasi 200 Stati hanno inviato loro rappresentanti con lo scopo di raggiungere un accordo capace di impegnare seriamente tutti a ridurre le emissioni di CO2. Queste misure entreranno in azione nel 2020.
Il Presidente Usa Barack Obama è stato tra i primi a twittare le sue congratulazioni, descrivendo l’accordo col termine “immane”.
This is huge: Almost every country in the world just signed on to the #ParisAgreement on climate change—thanks to American leadership.
— Barack Obama (@BarackObama) 12 Dicembre 2015
Le misure incluse nella bozza finale comprendono:
Alcuni aspetti dell’accordo sono legalmente vincolanti, come il dovere di presentare target nazionali di riduzione a ogni controllo quinquennale. Tuttavia, questi target non saranno poi obbligatori. Ma fu proprio il tentativo di porre limiti vincolanti che, secondo gli osservatori, fece fallire la Cop19 di Copenhagen nel 2009.
Gli ultimi negoziati hanno superato l’impasse creando il sistema chiamato Intended nationally determined contributions (Indc). In forza di ciò le nazioni dovranno delineare i loro piani per tagliare le emissioni dal 2020 in poi.
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