Il nuovo dpcm contro il coronavirus è stato presentato dai ministri della Salute e degli Affari regionali, Roberto Speranza e Mariastella Gelmini.
Coronavirus, dal mondo della moda è corsa alle donazioni
Armani, Prada, Gucci e molti altri ancora. Dal mondo della moda arrivano donazioni di milioni di euro, camici, mascherine e gel igienizzanti a supporto di chi lotta per arginare l’espansione del coronavirus.
Non solo con donazioni di milioni di euro: le aziende dell’industria della moda hanno risposto nelle più svariate modalità all’emergenza sanitaria causata dal coronavirus. C’è chi ha contribuito a supportare le strutture ospedaliere del sistema sanitario nazionale con aiuti finanziari, chi ha lanciato delle campagne di raccolta fondi da devolvere alle organizzazioni pubbliche, e poi c’è chi ha convertito le proprie fabbriche per produrre camici, mascherine e gel disinfettanti per il personale medico e sanitario.

Armani in prima linea nella lotta contro il coronavirus
Giorgio Armani è stato il primo a sostenere le istituzioni e le persone coinvolte sul campo per sconfiggere la pandemia da Covid-19. Dopo una donazione iniziale di due milioni di euro a favore della Protezione civile e degli ospedali della Versilia e di Bergamo, Piacenza, Milano e Roma, lo stilista italiano ha deciso di fare molto di più adibendo i propri impianti produttivi italiani per la produzione di camici monouso da devolvere agli operatori sanitari.
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“È commovente vedervi impegnati nel vostro lavoro con le difficoltà e i grandi sforzi che ormai tutto il mondo conosce. E vedervi piangere”, ha scritto lo stilista in un tweet in segno di vicinanza e solidarietà con il personale sanitario. “Tutta la Giorgio Armani è sensibile a questa realtà ed è vicina a tutti voi: dal barelliere all’infermiere, dai medici di base a tutti gli specialisti del settore. Vi sono personalmente vicino”.
Mr Armani’s letter to health professionals honouring their hard work and commitment. pic.twitter.com/8GhC0NEQJm
— Armani (@armani) March 22, 2020
Il contributo di Gucci e dell’intero gruppo Kering
Anche Gucci, insieme al gruppo Kering di cui fa parte, ha fornito un valido aiuto agli organi pubblici impegnati in prima linea contro l’espansione del coronavirus. Il gruppo, insieme ai suoi marchi italiani e a tutti quelli con attività rilevanti in Italia, ha effettuato diverse donazioni ad alcune principali realtà e organizzazioni sanitarie localizzate in Lazio, Lombardia, Veneto e Toscana.
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La maison fiorentina ha donato un milione di euro alla Protezione civile e un altro milione al Solidarity response fund delle Nazioni Unite a sostegno dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). A queste realtà sono state destinate anche due campagne di crowdfunding lanciate sull’account Instagram di Gucci che, dal 27 marzo, si sta altresì impegnando a rilanciare gli annunci di pubblica utilità emanati dall’Oms. Il marchio ha inoltre risposto alla chiamata della Regione Toscana rivolta alle aziende di moda donando oltre un milione di mascherine chirurgiche e 55mila camici.
Le donazioni sono arrivate da tutto il mondo della moda
È lunghissima la lista dei marchi di moda che hanno avviato iniziative solidali per fornire aiuto a chi sta combattendo da settimane contro il “nemico invisibile” chiamato Covid-19. A dare il proprio contributo sono stati anche i fondatori di Dolce & Gabbana con una donazione alla Humanitas university per il finanziamento di uno studio coordinato dall’immunologo Alberto Mantovani; mentre Ermanno Scervino, Valentino, Prada, Salvatore Ferragamo, Fendi e gruppo Miroglio hanno chiesto alle loro sarte di mettersi all’opera per la realizzazione di mascherine e camici in tessuto non tessuto da destinare gratuitamente a medici e infermieri.
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Sulla falsariga di Armani, il gruppo Calzedonia è stato tra i primi a intervenire per contrastare l’emergenza sanitaria trasformando gli stabilimenti italiani e croati in fabbriche per mascherine chirurgiche e protettive. Partendo da una produzione iniziale di diecimila pezzi, l’azienda ha stimato di riuscire a soddisfare un gran numero di richieste provenienti da ospedali, Protezione civile, comuni, onlus e altri enti senza scopo di lucro.

Dalle mascherine ai gel igienizzanti
Alcuni soggetti operanti nell’industria della cosmetica, come Bulgari, L’Occitane, L’Erbolario e molti altri, hanno contribuito alla lotta contro il coronavirus sopperendo alla mancanza di soluzioni idroalcoliche per il personale sanitario.
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Particolarmente degna di nota è l’iniziativa di Bulgari che, dopo una prima donazione all’istituto Spallanzani di Roma per l’acquisto di un nuovo microscopio 3D indispensabile per la ricerca, ha deciso di avviare una produzione straordinaria di gel disinfettante per mani insieme al suo partner Industrie cosmetiche riunite di Lodi. Centinaia di migliaia saranno i flaconi distribuiti in circa due mesi alle strutture mediche attraverso il coordinamento del governo italiano.
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Hand in Hand with Italy. In these uncertain times, Bvlgari feel compelled to act, and to take real steps towards aiding our fellow citizens. To help face the crisis of COVID-19, we have now transformed Bvlgari Fragrance production into a stream of free hand sanitizers for Italian public services. As proud Italians, we hold this responsibility to our country close to our hearts. We will continue to create and donate these vital supplies as long as it takes to keep people safe, in partnership with our trusted partner, ICR, and with the remarkable dedication of our manufacturing teams. Together, we will overcome. . . . #BvlgariSupportsItaly #iorestoacasa #fightcovid19 #SafeHands #LVMHjoinsForces A post shared by BVLGARI (@bulgari) on
Un gesto di solidarietà senza precedenti
Nonostante le perdite economiche inflitte all’industria tessile e dell’abbigliamento, le aziende di moda non si sono lasciate scoraggiare. Ognuna, a suo modo, ha fornito un valido contributo per sostenere l’Italia in questo momento di crisi causata dal coronavirus.
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La sensibilità dimostrata nelle ultime settimane è un chiaro segnale di quanto il mondo della moda abbia tutte le potenzialità per lavorare in modo responsabile e consapevole. Così, ci auguriamo che possa tornare presto a operare con una nuova strada da percorrere: quella di una solidarietà rinnovata verso le persone e l’ambiente.

Per il primo dpcm del governo Draghi si attende ancora il parere del Cts, ma ci sono già molti punti fermi: la novità è la riapertura di cinema e teatri.

Giannini torna sabato 27 febbraio, alle 21:45 su Rai3 con Indovina chi viene a cena e una puntata dedicata all’innocenza degli animali nella pandemia.

Lunedì 1 marzo cambiano nuovamente i colori di 7 regioni italiane: Sardegna, Piemonte, Lombardia, Marche, Molise, Basilicata, Liguria.

L’Africa, rimasta finora indietro nella campagna vaccinale, ha ricevuto 600mila dosi di vaccino anti-Covid grazie al programma Covax dell’Organizzazione mondiale della sanità.

Il divieto di spostamento tra le regioni sarà prorogato di altri 30 giorni, questa la prima anticipazione fatta dalla ministra Gelmini del prossimo dpcm.

Da domenica 21 febbraio cambiano di nuovo i colori delle regioni a causa dell’aumento dei contagi. Ecco quali.

130 paesi in tutto il mondo non hanno ancora ricevuto una singola dose di vaccino. Mentre tre quarti dei vaccini totali sono stati usati da solo dieci paesi, i più ricchi.

Negli Stati Uniti la maggior parte dei vaccini anti-Covid è stata somministrata alla popolazione bianca, a discapito di latini e afroamericani.