Crisi di governo, il presidente del Consiglio Conte mette la parola fine alla sua esperienza

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in un lungo intervento al Senato, annuncia la fine del governo Lega-Movimento 5 Stelle, e presenta le proprie dimissioni al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il governo Conte è finito, il presidente del Consiglio in serata ha presentato le proprie dimissioni al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “La crisi in atto compromette definitivamente l’esperienza di questo governo, che qui si arresta” aveva annunciato detto il premier stesso, Giuseppe Conte, nelle sue comunicazioni al Senato sulla crisi di governo. “La decisione della Lega di presentare la mozione di sfiducia mi impongono di interrompere qui questa esperienza di governo. Intendo completare questo passaggio nel modo più lineare: alla fine del dibattito mi recherò dal presidente della Repubblica per rassegnare le mie dimissioni da presidente del Consiglio”: e così in effetti è stato.

Conte ha voluto lanciare un messaggio al Paese: “Pur in un contesto molto complicato, io sono testimone che è possibile fare politica senza inseguire per forza il consenso sui social, senza dipendere drammaticamente dal titolo di un giornale, senza mai insultare un avversario politico o inventarsi nemici dietro ogni angolo. Potrò testimoniare che per quanto immediati possano sembrare gli slogan politici, più efficaci sono i ragionamenti, che per quanto difficili possano essere le scelte, se non sono prese per tornaconto personale possono essere spiegate ai cittadini”.

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Molto accorato il finale: “Questa esperienza mi ha insegnato che l’Italia ha enormi potenzialità di crescita, un immenso patrimonio culturale che viene apprezzato in tutto il mondo, direi di più di quanto riconosciamo noi stessi. Dobbiamo solo impegnarci ad accrescerne il prestigio. Viva la nostra Patria, viva l’Italia”.

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Secondo il presidente del Consiglio, la Lega, “pur di battere la grancassa mediatica del governo che dice sempre no, ha macchiato 14 mesi di governo. In questo modo avete offeso non solo me stesso, ma anche la dedizione professionale dei ministri e sottosegretari che mi hanno accompagnato. Avete offeso la verità dei fatti e offuscato i provvedimenti adottati”: tra questi, ha ricordato i due decreti sicurezza e sicurezza bis, il decreto dignità, il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni con l’introduzione della cosiddetta quota 100. Adesso, “questa esperienza finisce qui”, ma Conte ammonisce che il lavoro deve andare avanti: “L’Italia ha bisogno che il  lavoro che stavamo portando avanti non si interrompa. Quella di un nuovo umanesimo è la mia stella polare. Lo sviluppo eco-sostenibile deve spingersi a inserire un nuovo modello di crescita non più economicista, dobbiamo incentivare le prassi eco-responsabili”. E anche a livello europeo “alla crisi della Ue non si può opporre uno scetticismo disgregatore. Occorre ripensare modelli di sviluppo e di crescita che si sono rivelati fallimentari. Occorre una Europa sostenibile, lavorare per i diritti delle donne, affrontare le questioni sociali aperte”.

Elezioni e nuova maggioranza, decide Mattarella

Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Giancarlo Giorgetti, principali esponenti del governo ormai uscente / Getty
Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Giancarlo Giorgetti, principali esponenti del governo ormai uscente / Getty

A questo punto, è esclusa definitivamente la possibilità di una prosecuzione del rapporto Lega-M5S, nonostante il ministro dell’Interno Matteo Salvini, in replica, abbia provato a rilanciare per un prolungamento, anche minimo, dell’azione di governo: “Se c’è voglia di costruire e di terminare un percorso virtuoso, la via maestra è quella delle elezioni. Se volete noi ci stiamo: tagliamo i parlamentari e poi votiamo, e se vogliamo metterci pure una manovra coraggiosa per tagliare le tasse, ci siamo”. In campo rimangono perciò due soluzioni: il voto subito, richiesto con forza dalla Lega, ma anche dalle altre opposizioni di centrodestra, oppure una nuova maggioranza, quella ipotizzata tra il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico, fin qui all’opposizione: “Siamo a disposizione”, ha detto Matteo Renzi in un passaggio del proprio intervento. Ma la questione adesso è rimessa nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha già stilato il calendario delle consultazioni: si comincia domani, mercoledì 21 agosto, con i presidenti delle due Camere, i gruppi misti e Liberi e Uguali, e si concluderà il primo giro giovedì 22 con  tutti gli altri gruppi.

 

 

 

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