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Le crisi epilettiche costituiscono un problema diffuso nei cani e nei gatti. Un aiuto importante, in questi casi, arriva anche dalla dieta e da un’integrazione tutta naturale.
Le crisi epilettiche possono colpire sia i cani che i gatti e avere manifestazioni molto diverse – e spesso per il proprietario estremamente preoccupanti – a seconda della zona del cervello interessata. In medicina le crisi epilettiche vengono divise in crisi focali, parziali e generalizzate. A chi convive con un cane o un gatto epilettico, quando si parla di una crisi viene sempre in mente una medesima immagine: la bestiola è riversa, sembra apparentemente priva di conoscenza, perde saliva e urina – e qualche volta feci – e presenta spasmi del corpo anche molto violenti.
“Molte volte, però, il cane o il gatto rimangono parzialmente vigili durante la crisi e possono addirittura rispondere se chiamati. L’epilessia ha un’enorme variabilità di sintomatologie che possono essere confuse con semplici crampi, disorientamenti, tic o barcollamenti simili alle vertigini”, dice la dottoressa Maria Mayer, medico veterinario.
In presenza di una crisi convulsiva dell’animale domestico, il referente obbligato è sempre il veterinario curante che rimanderà, se è il caso, al neurologo. “Attenzione – prosegue la dottoressa Mayer – perché molto spesso la crisi convulsiva viene usata come sinonimo di epilessia. Questo non è sempre vero. Diverse cause intro o extra craniche possono dare origine a questa manifestazione. Alcune fra le più comuni, per esempio, sono l’insufficienza epatica o renale, con conseguente accumulo di tossine, alcuni disturbi metabolici, intossicazioni di varia natura, come il caffè o la cioccolata, parassiti intestinali, tumori o patologie congenite”.
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Per identificare l’origine delle crisi epilettiche e per essere certi che non vi siano altre cause da trattare, è necessario seguire un percorso specifico che escluda le varie diagnosi differenziali.
“Una volta appurato che non vi siano malattie concomitanti – spiega la veterinaria – si giungerà a dare alla bestiola una terapia farmacologica per l’epilessia. Da un punto di vista terapeutico una ottima possibilità ci arriva anche dall’omeopatia unicista e dall’omotossicologia, che possono essere utilizzate in affiancamento ai farmaci allopatici per migliorare i risultati clinici o persino per arrivare alla sospensione dell’antiepilettico di sintesi”.
Purtroppo quando le crisi sono molto ravvicinate e di lunga durata bisogna per forza intervenire farmacologicamente perché l’organismo viene provato da queste manifestazioni ed è necessario agire per allontanarle e tenerle sotto controllo.
Troppo spesso l’aspetto dietetico, in caso di crisi epilettiche, viene lasciato in secondo piano o tralasciato del tutto. “In medicina veterinaria – nota Maria Mayer – un’alimentazione specifica in questi casi può riservare molte opportunità. Nel caso di epilessia del cane è possibile consigliare una dieta formulata senza fonte di glucidi complessi (come riso, pasta, patate), ma ricca di alimenti proteici come la carne, le uova, le frattaglie”.
L’alimentazione quotidiana va attentamente bilanciata con un moderato apporto di fibre, e grassi a media e corta catena integrati con acidi grassi essenziali omega-3, vitamina E e vitamina C. “Importantissima – aggiunge la dottoressa Mayer – la curcuma, un ingrediente privilegiato anche nell’alimentazione umana in grado di apportare notevoli benefici nella dieta quotidiana dei nostri piccoli amici senza controindicazioni di sorta”.
Anche in questo caso, infatti, un aiuto importante ci arriva dalla natura e dai suoi prodotti. Un’alimentazione ben bilanciata e ricca di questi ingredienti potrà sicuramente al piccolo paziente, aiutandolo a sopportare le crisi – e allontanandolo nel migliore dei casi – e restituendogli benessere e vitalità.
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