Cyclehack 2016: anche in Italia il brainstorming di idee per i ciclisti

Cyclehack 2016 è sbarcato anche a Roma per fare della progettazione partecipata il perno per la realizzazione delle idee del futuro per la mobilità ciclabile.   Più di 30 città a fine giugno hanno partecipato a Cyclehack 2016, evento mondiale che vuole promuovere pratiche e strategie per migliorare la mobilità urbana e rendere le città

Cyclehack 2016 è sbarcato anche a Roma per fare della progettazione partecipata il perno per la realizzazione delle idee del futuro per la mobilità ciclabile.

 

Più di 30 città a fine giugno hanno partecipato a Cyclehack 2016, evento mondiale che vuole promuovere pratiche e strategie per migliorare la mobilità urbana e rendere le città più ciclabili, unendo ciclisti, sviluppatori, designer e maker in una progettazione collaborativa.

 

cyclehack
I paertcipanti consultano i fogli con scritti problemi e soluzioni. Foto © Cyclehack via Flickr su licenza CC BY 2.0

Cyclehack 2016 arriva a Roma

Per la prima volta anche Roma tra le città coinvolte, nella sede di Famo cose Roma makerspace al quartiere Pigneto, grazie all’impegno dei volontari di Co-design jam, che hanno potuto organizzare l’evento grazie anche a sottoscrizione dei partecipanti e degli sponsor che decidono di sostenere l’evento.

Tra un aperitivo e una colazione ci sono sessioni di dibattito, brainstorming, ideazione di prototipi. Tutte le idee, anche delle edizioni precedenti di Cyclehack, sono raccolte nella piattaforma open source Global Cyclehack catalogue.

“Mi è sembrato un lavoro interessante. Venerdì e sabato abbiamo letto delle schede fatte in altri incontri internazionali che presentavano criticità e problemi in parte comuni anche nelle nostre strade” ci spiega Chiara Ortolani, ricercatrice di urbanistica e mobilità dolce nonché ciclista presente al Cyclehack 2016, su cosa è venuto fuori da questo evento di co-progettazione. “C’erano due macrogruppi: quello delle problematiche che trovavamo familiari e quello dei problemi a cui poter dare delle soluzioni”.

Tra le idee uscite fuori dall’incontro italiano troviamo Roma bike friendly, il progetto proposto da Chiara assieme ad altri colleghi ciclisti che punta a costruire una sorta di comunità amica della bici.

Il progetto è stato pensato per risolvere alcune barriere fisiche o mentali:

  • Fare il viaggio casa-lavoro da soli;
  • Far parte di una famiglia di 4 (o più) persone con esigenze diverse e, per questo, non riuscire, ad accompagnare i figli a scuola e poi andare a lavoro usando la bicicletta per tutti questi spostamenti;
  • Aver dimenticato il kit per le forature e ritrovarsi con la ruota a terra senza sapere come fare a continuare il percorso;
  • non sapere dove poter parcheggiare.

Questi gli obiettivi del progetto:

  • Individuare su una mappa e fisicamente (attraverso locandine di riconoscimento) i luoghi che, in qualche modo, sono bike friendly;
  • Individuare attraverso mappa e fisicamente i luoghi in cui è possibile parcheggiare senza incorrere in sanzioni o senza che la bici venga rimossa o altro;
  • Realizzare e distribuire a chi ne faccia richiesta un kit che possa servire a chi non ha con se l’attrezzatura per riparare le forature. Il ciclista con la ruota a terra cercherà su mappa il luogo più vicino che possa aiutarlo a risolvere il problema (potrebbe essere il meccanico più vicino -segnalato come bike friendly- o il negoziante che ha il kit. Raggiunto il negozio/la persona che possiede il kit, il ciclista ripara la ruota, riconsegna il kit e riparte.

Roma Bike Friendly è stato presentato alla scorsa assemblea di Salvaciclisti ed è stato accolto molto favorevolmente. L’obiettivo è di realizzare il progetto partendo con una raccolta fondi su una piattaforma di crowdfunding.

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