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La Capitale dà il via ai finanziamenti del Governo per le ciclovie nazionali. Il Grab e le bike lane saranno per Roma la spina dorsale di una nuova mobilità ciclabile.
Anche Roma scioglie le riserve e firma l’accordo per ottenere i finanziamenti decisi dal Governo per le ciclovie nazionali anche per il Grande raccordo anulare per le biciclette (Grab). Una parte dei 91 milioni di euro stanziati permetteranno di ottenere un percorso ciclabile di 45 chilometri che gira intorno alla Capitale d’Italia, attraversando natura, monumenti, interscambi col trasporto pubblico.
Il neo assessore alla mobilità di Roma, Linda Meleo, ha detto che con la firma dell’accordo c’è l’impegno a cominciare il percorso del Grab dalla tratta più ricca a livello storico-culturale, quella che va dal Colosseo all’Appia Antica, favorendo una trasformazione in via ciclopedonale della Regina Viarum in senso turistico-culturale.
L’assessore Meleo ha però fatto sapere che la nuova giunta si spingerà anche in periferia, dove oltre al Grab come linea circolare c’è il progetto di dotare le vie consolari romane di bike lane, le piste disegnate a terra come quelle informali realizzate a Santa Bibiana.
L’unica preoccupazione ora riguarda la capacità di trasformare questo progetto in qualcosa di veramente utile per lo sviluppo della mobilità ciclabile di Roma, oltre ad essere un volano per il turismo sostenibile.
Come riporta il presidente di Legambiente Rossella Muroni:”Una sola opera pubblica non può trasformare radicalmente Roma, ma alcuni progetti – oltre ad avere un effetto positivo sullo stato di salute della città – sono più di altri in grado di innescare un processo di rigenerazione urbana e di cura del territorio, di valorizzare la bellezza naturale che la Capitale possiede, di portare benefici sociali, ambientali ed economici, di stimolare la creazione di bellezza in quartieri ai margini del centro storico che oggi ne sono privi”.
C’è infatti chi si chiede a cosa servano tutti quei milioni di euro quando ne bastano veramente pochi per creare un anello ciclabile protetto, così da utilizzare le altre risorse per ricucire alcuni percorsi ciclabili già esistenti ma poco utilizzati a causa dell’assenza di una vera rete di piste ciclabili nella Capitale.
Lo stesso ideatore dell’antenato del Grab (si chiamava Gsa, Grande sentiero anulare), Marco Pierfranceschi, scrive: “Il Grab resta una enorme chance di sviluppo turistico e culturale per la città: un tracciato che può, in parallelo, portare i romani a riscoprire una varietà di tesori storici ed archeologici periferici e semi-dimenticati (…) tuttavia, non potrà un anello, da solo, trasformare le sorti della mobilità di una città da tre milioni di abitanti. Occorrerà che diventi parte di una rete integrata e funzionale di corridoi ciclabili, radiali e tangenziali, delle quali potrà, al meglio, rappresentare la spina dorsale”.
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