
Coste rocciose a picco sul mare, calette impervie ma incontaminate, grotte da esplorare: l’Arcipelago delle Tremiti è un gioiello da non abbandonare.
Nella piana del sale, in Dancalia, le carovane guidate dai lavoratori Afar stanno scomparendo per lasciare spazio alle compagnie minerarie che hanno fiutato da tempo il business del potassio.
Siamo nella piana del sale in Dancalia, una regione del corno d’Africa che comprende lo stato di Gibuti e parte dell’Eritrea e dell’Etiopia, con lo staff di fotografi di MilleBattute, a poco meno di 200 metri sotto il livello del mare. Questo è il luogo, una volta sommerso dal mare e oggi un deserto di sale, che sognavo di raggiungere, un giorno. La mia infanzia trascorsa nei paesi arabi mi ha sempre tenuto a stretto contatto con gli spazi sconfinati dei deserti. La carovana di cammelli è l’immagine di ogni favola ambientata tra le sabbie dorate, forse da qui è nata la voglia incontenibile di conoscere la carovana e il suo carovaniere. Ho potuto osservarli da vicino, vivere tra loro e riprendere il loro cammino solitario e silenzioso.
Il primo viaggio in terra dancala risale al 2012; Una condivisione di magia e fatiche legate alla sopravvivenza in questo ambiente così duro per chi lo affronta la prima volta. Il viaggio in Dancalia richiede spirito di adattamento e forza di volontà. È importante abbandonare le nostre necessità a parte quelle primarie, come acqua e cibo. Tutto il resto è secondario.
Da quel primo viaggio sono trascorsi quattro anni durante i quali sono tornato in questa terra accompagnando gruppi di fotografi, ma non solo. Nel frattempo abbiamo rafforzato e addestrato lo staff locale sempre più organizzato ad alleviare le fatiche del viaggiatore.
Quando mi viene chiesto un parere su questa destinazione dico che le fatiche non saranno mai paragonabili alla magica visione di una carovana di dromedari e alla vita pulsante che si incontra ovunque in terra africana. In questa terra è nato l’uomo e questa è la sensazione che ogni viaggiatore si porta a casa.
Microscopici punti all’orizzonte. Tutt’attorno un mondo senza colore. La carovana procede con passo lento, sembra trascinarsi dietro il peso di un tempo infinito. Un miraggio in questo deserto accecante. Un riverbero che lentamente prende forma.
Davanti a tutti un piccolo uomo con un bastone sulle spalle, corpo eretto come una statua, fisico minuto, sguardo fisso puntato verso l’orizzonte. Con fare deciso emette suoni che sono ordini per i suoi animali e loro ascoltano e lo seguono.
La carovana di asini e dromedari si ricompone man mano che si avvicina. Un sogno quel miraggio, in un ambiente surreale, avvolti dal caldo torrido del deserto e immersi nella luce fredda del sale. Sale ovunque, luce accecante che si riflette nel sale che brucia la pelle, piedi immersi in un lago salato.
Imperterrita la carovana prosegue il suo cammino fino alla meta. Il grande deserto bianco è così esteso da non avere confini, siamo circondati da un mare cristallizzato. Uomini dalla pelle nera come l’ebano indossano sandali di gomma cinesi su piedi consumati; schiene ricurve e occhi tumefatti dai quali colano lacrime salate. Sono gli Afar, uomini del deserto, abituati a piangere in silenzio.
Staccano e poi rivoltano enormi blocchi di sale dalla terra li tagliano con colpi precisi in forme tutte uguali riducendoli a mattoni. Stesso peso stessa dimensione. Legano i blocchi sui dorsi dei dromedari e con il calare del sole la carovana inverte la rotta percorrendo a ritroso il lungo tragitto che attraversa in greto del fiume Saba fino a raggiungere il paese di Berhale.
Le carovane si perdono nuovamente all’orizzonte. Tornano ad essere un miraggio che non è un sogno ma quanto di più vero i nostri occhi possono osservare. La magia della carovana che si staglia all’orizzonte. Per quanto tempo ancora incontreremo la carovana di dromedari sul lago salato della Dancalia?
Questo è un mondo destinato a sparire, un mondo con le ore contate, forse già domani non esisteranno più le carovane del sale, sostituite dalle grosse compagnie minerarie che da tempo hanno fiutato l’enorme business del potassio. Gli uomini Afar diventeranno ufficialmente dipendenti delle compagnie e questo mondo primordiale farà un passo verso il futuro. Il nostro pensiero non può essere quello di un lavoratore Afar della piana del sale.
Viaggiare con lo spirito di MilleBattute serve per imparare a non correre, a non dover vedere di più, ma a soffermarsi per vedere meglio.
Ogni viaggio di MilleBattute è rigorosamente accompagnato da un componente dello staff che, a seconda della propria inclinazione, imposta il viaggio con un taglio personale. Le spedizioni di MilleBattute sono consigliate a tutte le persone che vogliono vivere l’esperienza di un viaggio da raccontare attraverso la fotografia e la scrittura.
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