Demand response, un passo avanti verso la transizione energetica

La transizione energetica dai combustibili fossili verso le fonti rinnovabili avanza ed è sempre più decisiva per raggiungere gli obiettivi sostenibili a livello mondiale. Anche in Italia, i target fissati dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima prevedono di uscire dall’impiego di carbone entro il 2025 e di aumentare le rinnovabili fino a

La transizione energetica dai combustibili fossili verso le fonti rinnovabili avanza ed è sempre più decisiva per raggiungere gli obiettivi sostenibili a livello mondiale. Anche in Italia, i target fissati dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima prevedono di uscire dall’impiego di carbone entro il 2025 e di aumentare le rinnovabili fino a coprire più della metà dei consumi lordi di energia elettrica entro il 2030. In questo contesto, saper gestire in modo flessibile la stabilità della rete elettrica è un asset importante per rispondere alle sfide poste dal nuovo scenario. Per questo, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) ha aperto il mercato dei servizi di dispacciamento (Msd) ai consumatori commerciali e industriali attraverso il servizio di demand response, ovvero la possibilità di adeguare la domanda di energia all’offerta. Oggi in Italia gli utenti commerciali e industriali possono quindi contribuire alla regolazione elettrica partecipando ai servizi di dispacciamento dell’energia, ovvero alla gestione ottimale dei flussi. Il nuovo servizio si basa sull’uso di risorse diverse da quelle termoelettriche tradizionali, come le fonti rinnovabili, lo storage, il consumo e la generazione distribuita e chiede di mettere a disposizione energia autoprodotta o di ridurre temporaneamente i propri consumi, in cambio di una remunerazione.

Che cos’è il demand response

Il demand response consente alle imprese commerciali e industriali di svolgere un ruolo significativo nel buon funzionamento della rete elettrica aumentando o riducendo il proprio consumo energetico per rispondere ai picchi di offerta o domanda, consentendo una maggiore stabilità di rete e un utilizzo più efficiente delle infrastrutture e delle risorse energetiche.

consumi elettrici
Con il demand response, l’azienda può abbassare temporaneamente i propri consumi in cambio di un compenso © Ingimage

L’Autorità si propone un doppio obiettivo. Il primo è consentire a Terna, l’operatore di rete nazionale (o Transmission system operator-Tso) che serve tutta la rete elettrica italiana, di assicurare in ogni momento il bilanciamento tra produzione e consumo di energia elettrica per garantire una fornitura sicura, costante e affidabile, nonostante l’uso di fonti non programmabili come il sole e il vento. D’altra parte, questa scelta va incontro alle nuove esigenze delle imprese di ottenere un compenso in cambio della loro disponibilità a modulare i consumi o aumentare la propria produzione per un breve lasso di tempo su richiesta degli aggregatori della domanda (i cosiddetti Balancing service provider o Bsp) che gestiscono i flussi di energia. Il servizio di demand response è infatti rivolto ai clienti commerciali e industriali appartenenti a diversi settori merceologici, anche quelli di taglia più piccola (almeno 300 kW), che vengono gestiti in forma aggregata. Come risultato, il Tso è in grado di mantenere la stabilità e l’affidabilità della rete, rispondendo ai picchi nella fornitura o nella domanda di elettricità, con un uso più efficiente delle infrastrutture e delle risorse.

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Per individuare gli impianti adatti, viene fatta un’analisi molto attenta delle caratteristiche dei siti © Ingimage

Tra i Bsp che si occupano di aggregare la domanda dei piccoli impianti, Enel X è leader di mercato con una quota del 35 per cento e con un team dedicato raccoglie il materiale tecnico necessario all’individuazione dei processi industriali più adatti a una modulazione di potenza, esegue un’analisi preliminare standard sulle principali caratteristiche del sito d’interesse, alla quale fa seguire una più approfondita dei processi industriali coinvolti. Per la gestione dei servizi di demand response viene utilizzata una piattaforma tecnologicamente avanzata, che sfrutta algoritmi evoluti in grado di selezionare la soluzione ottimale dal punto di vista sia tecnico sia economico, permettendo di aumentare i ricavi per il cliente con la massima sicurezza per il gestore di rete.

Il processo passo per passo

Come funziona il processo? A fronte di un problema di stabilità della rete, Terna notifica all’aggregatore della domanda (Bsp) la necessità di un bilanciamento. In qualità di Bsp, Enel X individua dal suo portafoglio i clienti necessari per aumentare o diminuire l’uso di energia. I clienti che tramite i loro impianti, o parti di essi, possono mettere a disposizione la propria flessibilità, mettono in piedi i cosiddetti piani di modulazione. La riduzione o l’incremento del carico viene utilizzato dal Tso per l’equilibrio della rete e in cambio i clienti ricevono dal Bsp (in questo caso, Enel X) una remunerazione. Al momento, la remunerazione è definita secondo lo schema previsto dal progetto pilota Uvam (Unità virtuali aggregate miste) istituito da Terna.

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Nel progetto Uvam, il territorio italiano è stato diviso in due aree e quindici perimetri geografici, all’interno dei quali il Bsp può aggregare siti produttivi di piccola taglia © EnelX

Nell’ambito del progetto Uvam, il territorio italiano è stato suddiviso in due aree, ripartite in 15 perimetri geografici all’interno dei quali ciascun Bsp può aggregare risorse di diversi clienti. I siti che compongono ciascuna unità devono risiedere in un unico perimetro di aggregazione. Il progetto per il 2020 ha previsto l’assegnazione di un quantitativo massimo di 1.000 MW di capacità (800 MW destinati all’area Nord e Centro-Nord e 200 MW destinati all’area Centro-Sud, Sud, Sicilia, Sardegna) tramite aste al ribasso con un limite massimo  di 30mila euro per MW l’anno.

Grazie ai servizi di demand response di Enel X, molte aziende potranno contare su una nuova voce di entrata fino a oggi non prevista, saranno in grado di acquisire una maggiore consapevolezza della flessibilità del proprio processo industriale e partecipare a un sistema più sostenibile dal punto di vista ambientale. Aiutando a stabilizzare la rete, il demand response è infatti una delle soluzioni che contribuiscono a una più rapida transizione energetica e un maggiore sviluppo delle fonti rinnovabili.

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